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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

21 giugno 2016 | 08.55
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"L'obiettivo di creare una maggiore occupazione, specialmente per i giovani e le donne, può essere raggiunto se si concretizzano alcuni processi e condizioni. In particolare: favorire un rilancio dei sistemi produttivi con interventi di medio e lungo termine (non con spot né con una tantum), migliorare i sistemi di raccordo tra istruzione, formazione e mercato del lavoro, ancora assolutamente insufficienti, e puntare sulla valorizzazione e sulla qualità del capitale umano. Una particolare attenzione va dedicata alle politiche del lavoro finalizzate alla promozione dell'autoimprenditorialità giovanile nei campi della produzione dei beni e servizi, dell'agricoltura e dell'artigianato". Così, in un'intervista a 'Avvenire', il presidente Mcl, Carlo Costalli.

"In Europa c'è chi dice che, se decidono di andarsene, devono andarsene davvero e chi invece pensa che in quel caso bisognerà cercare di metterci una pezza. In un'Unione che ha già molte crisi da superare, Brexit sarebbe un segnale molto negativo, un male dal punto di vista storico. Tanto più che non ci si può attendere una reazione franco-tedesca sul rilancio della governance europea fino alle elezioni del 2017". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', l'ex direttore generale Wto, Pascal Lamy.

"Se si vogliono liberare i ceti medi dall'eccesso di tassazione che oggi li affligge sarebbe necessario ripensare radicalmente l'attuale struttura della imposta. Un modello possibile è quello tedesco dove l'imposta è graduata in base ad una funzione matematica continua (che implica infinite aliquote marginali crescenti) che si esprime in una tabella che indica il prelievo dovuto in corrispondenza di brevi intervalli di reddito imponibile. In altre parole, il ridisegno dell'Irpef, al di là dei problemi di gettito, non è questione banale, ma va al cuore degli equilibri politici e sociali attuali". Lo scrive su 'Il Sole 24 Ore' Vincenzo Visco.

"Se guardiamo alla formazione continua come volano per determinare, a fabbisogni produttivi rilevati, le reali esigenze di competenze da parte dell'impresa, allora i progetti finanziati con le risorse addizionali delle regioni possono diventare buone prassi utili, per esempio, alla formazione degli apprendisti e alla riqualificazione dei lavoratori in mobilità o in uscita per obsolescenza delle competenze". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', il segretario generale della confederazione autonoma Confsal, Marco Paolo Nigi.

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