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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

03 settembre 2015 | 09.57
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola la questione migranti, le assunzioni nella scuola e ancora i dati sull'occupazione.

Sugli insegnanti, in un'intervista al 'Corriere della sera', il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, afferma: "Il 2015 è un anno ponte. Ed è la legge 107/2015 che lo prevede. Abbiamo scelto di anticipare l’assegnazione delle supplenze per far sì che ogni scuola avesse gli insegnanti di cui ha bisogno già da inizio anno e per tendere una mano ai precari che ce l’hanno chiesto. Dal prossimo anno, grazie al Piano di mobilità straordinaria e agli insegnanti vincitori del prossimo concorso, la 'supplentite' verrà eliminata del tutto".

Commenta i dati sull'occupazione, in un'intervista all''Unità', il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: "I risultati si stanno vedendo già ora e credo siano il frutto di tutto il lavoro che stiamo facendo. Il Jobs act è solo una parte, nella legge di stabilità abbiamo previsto la decontribuzione e finalmente stiamo invertendo la rotta. Questo è un Paese dove è diventato normale assumere con contratti precari, nel 2014 su 100 contratti ben 84 erano di questo tipo. Noi abbiamo scelto di combattere questa condizione di precarietà che nuoce non soltanto ai diretti interessati ma anche alle imprese. Come si può pensare, infatti, di competere a livello globale puntando sul risparmio e su nessuna forma di investimento professionale? Il contratto a tutela crescenti punta a cambiare la fisionomia delle assunzioni, è più aperto e dunque in grado di essere utilizzato in maniera diffusa".

Critico il giudizio del leader della Fiom, Maurizio Landini, intervistato dall''Unità': "Ma di cosa stiamo parlando? Con lo zero virgola non andiamo da nessuna parte. Senza investimenti non c’è ripresa. E senza ripresa la disoccupazione non cala. Serve un nuovo modello sennò rischiamo di far affondare l’Europa: la socialdemocrazia è la vera sconfitta della vicenda greca e alla vergogna dei muri contro i migranti dobbiamo rispondere tutti: accogliamoli anche nelle Camere del lavoro". E aggiunge: "Raccontarci che dovremmo essere contenti perché siamo sulla buona strada, e perché le cosiddette riforme strutturali sono quelle che stanno invertendo la tendenza, è una bugia pura. Il numero complessivo dei disoccupati è sempre 3.100.000: lo stesso di un anno fa. L’occupazione cala dai 15 ai 49 anni e aumenta solo tra quelli che hanno più di 50 anni. E fra i contratti aumentano di più i tempi determinati".

Parla dei decreti attuativi del Jobs act, in un'intervista a 'Repubblica', Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera: "Sarebbe grave se il governo anche questa volta finisse per ignorare i pareri delle commissione parlamentari. A questo punto non resterebbe che abolire le leggi delega o i pareri, per quanto non vincolanti, dei parlamentari". E spiega: "Mi riferiscono in particolare alla vicenda dei contratti a termine in cui venne faticosamente definito un compromesso tra le commissioni e il governo che è stato poi cancellato dal Consiglio dei ministri. Si è trattato evidentemente di uno schiaffo nei confronti del lavoro dei parlamentari".

Sullo scenario economico interviene, in un'intervista al 'Corriere della sera', Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, l’autorità indipendente sui conti pubblici: "L’economia nel 2015 potrà crescere anche un po’ più dello 0,7% previsto dal governo. Ma non è detto che questo abbia un impatto positivo sui conti pubblici, e la produttività non aumenta. È ancora presto per dire che siamo davanti a una ripresa solida e sostenibile".

Sul fronte europeo, la 'Stampa' intervista Pierre Moscovici, responsabile Ue per l’Economia: "Pensiamo che la congiuntura si comporterà grosso modo come abbiamo immaginato con le previsioni di primavera. La crescita dovrebbe farsi più robusta e sostenere la ripresa dell’occupazione. Ciò non toglie che occorra fare attenzione. Tirerò le somme con le stime che vareremo a novembre sulla base dei piani nazionali attesi a metà ottobre". E avverte: "Abbiamo indicato chiaramente quali sono le possibilità di essere flessibili: se le condizioni cicliche non vanno bene, se si riforma, se si investe. Vale per tutti, anche per l’Italia".

Sulla questione migranti, in un'intervista al 'Corriere della sera' Massimo D'Alema, tra l'altro, afferma: "Si comincia a capire che occorre uno statuto europeo del rifugiato, che le frontiere italiane, greche, ungheresi sono frontiere dell’Unione e spetta all’Europa presidiarle. Ma occorre un salto di qualità".

A 'Repubblica' Elie Wiesel, tra i massimi intellettuali della comunità ebraica mondiale e premio Nobel per la pace, dice: "Gli Usa hanno sempre saputo crescere come nazione di stranieri che pian piano imparano a crescere insieme. Gli europei dovrebbero sapere, come Angela Merkel e le statistiche Onu ricordano, che il più numeroso gruppo di migranti sono siriani. Fuggono da guerra, persecuzioni della dittatura, terrorismo dell’Is e sono persone molto qualificate".

Alla 'Stampa', Carlin Petrini, fondatore di SlowFood e piemontese, sottolinea: "È un evento storico che richiederebbe uno sforzo comune. Non si possono trattare i migranti come dei numeri da imporre a comunità che non vengono neppure interpellate. L’arrivo di trenta profughi in un piccolo centro come Ormea non può essere gestito senza ascoltare anche i bisogni di chi deve accogliere. Queste comunità che reagiscono ci mandano segnali che non vanno sottovalutati".

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