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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

09 dicembre 2015 | 09.54
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola l'apertura del Giubileo e la questione banche.

In un'intervista al 'Messaggero', il cardinale Gianfranco Ravasi dichiara: "La prima porta santa è stata aperta a Bangui. Si tratta di un elemento unico. Di rottura, di portata simbolica enorme perché diffonde nel mondo il messaggio che Roma non è più il cuore, perché in quel momento si trovava altrove. Ci ha ricordato anche la forza delle periferie e la dinamica virtuosa del cuore e delle sue membra più lontane: tutte fanno parte di un medesimo organismo vitale".

Al 'Corriere della sera', Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, afferma: "Bisogna mettere al centro il messaggio del Papa: misericordia, coraggio, il non avere paura. Si è pensato troppo al Giubileo come a un problema, invece è una grande opportunità per affermare i valori di pace e fratellanza di cui abbiamo bisogno".

La 'Stampa' intervista sul Giubileo il filosofo Giacomo Marramao, che spiega: "La misericordia è la risposta più lungimirante alla sfida globale, di fronte a un pianeta sempre più ingovernabile dal punto di vista della conflittualità. Lo scontro identitario trova nella religione il principale medium di appartenenza simbolica e questo papa Francesco lo ha percepito benissimo: toccare il tasto della misericordia serve a dare un’interpretazione espansiva del messaggio del Cristianesimo riavvicinandolo all’Islam".

Al 'Mattino' un altro filosofo, Remo Bodei, dice: "Papa Francesco entra a gamba tesa in un mondo in crisi, lo destabilizza nelle sue certezze effimere e parla alle coscienze che sono sempre più attente e recettive al cambiamento di quanto non lo siano le istituzioni governate dalla politica sottomessa alle ragioni dell’economia".

Sul fronte politico-economico europeo, la 'Stampa' intervista Roberto D’Alimonte, direttore del dipartimento di Scienze Politiche della Luiss: "L’analogia maggiore è che in Francia come in Italia i temi Europa, crisi economica, sicurezza e immigrazione sono molto rilevanti nell’orientamento del voto. Ma non ci sono analogie sul piano dei partiti che interpretano questa domanda".

Il 'Manifesto' riporta un'intervista al presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz: "L’Unione europea sta vivendo il suo momento forse più drammatico dai giorni dell’unificazione e dell’allargamento all’Europa orientale. Ci sono forze che vogliono riportare l’Europa indietro agli Stati nazione. Sono preoccupato per questa situazione". "Abbiamo di fronte persone che scappano dal terrorismo", aggiunge, sottolineando: "Un milione di persone divise per 500 milioni di abitanti dell’Unione europea non rappresentano un problema. Ma se alcuni Stati membri si rifiutano di accoglierli, allora sono un problema. Per questo dobbiamo rendere più sicuri in confini esterni dell’Unione, in modo da continuare a garantire la libera circolazione attraverso i confini interni".

In un'intervista al 'Sole 24 ore', Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, afferma: "Non scartiamo alcuna ipotesi investigativa e abbiamo una buona pista. Il terrorista ha bisogno di soldi e quindi gli devono arrivare rimesse di danaro. Ma non dobbiamo aspettare i fatti, come quelli di Parigi, e poi fare le verifiche. Bisogna agire in prevenzione: formare liste, sulla base della raccolta di informazioni, di soggetti a rischio di radicalizzazione e, quindi, accertare se ricevono rimesse di danaro e da chi. Così si può ricostruire la rete".

Sulla questione banche interviene, in un'intervista ad 'Avvenire' Pier Paolo Baretta, sottosegretario al ministero dell’Economia: "Lo Stato non può farsi carico dell’ammontare complessivo dei risparmi andati in fumo dei piccoli obbligazionisti. La responsabilità primaria di quanto avvenuto è del sistema bancario, che quindi dovrà concorrere sicuramente e con un contributo importante per rispondere alle richieste dei cittadini più deboli coinvolti in questa vicenda". E aggiunge: "Noi faremo la nostra parte. Stiamo studiando una misura che tenga conto della delicatezza specifica della questione ma al tempo stesso sia in linea con le regole del mercato. Altrimenti rischiamo di creare un precedente serio".

'Avvenire' intervista anche il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli: "Altri salvataggi ci sono stati nei decenni passati. Ma il punto qui è un altro. In Italia si è vissuta un’anomalia: nei 7 anni della crisi, negli Usa, dove essa è nata, e nel resto d’Europa gli Stati hanno molto aiutato le banche, anche con contributi a fondo perduto". Patuelli quindi avverte: "Però ricordiamoci che l’Italia è l’unico Stato che finora ci ha persino guadagnato, con gli interessi del 10% pagati (da Mps, ndr) sui 4 miliardi di Monti-bond. Ora, i salvataggi di 4 banche locali stanno avvenendo a carico principalmente di tutte le altre banche italiane, private e concorrenti di queste 4, per 2,35 miliardi caricati sui bilanci 2015, con la possibilità di un ulteriore esborso fino a 1 miliardo nel 2016. L’Italia, immemore, dovrebbe essere più grata alle banche".

Con il 'Corriere della sera' Roberto Gualtieri, eurodeputato del Pd, presidente della commissione Affari economici e finanziari dell’Europarlamento, si dice preoccupato: "C’è un’asimmetria che non riguarda solo l’Italia, ma tutta Europa. La norma europea sulle banche ha valore retroattivo: gli investitori, anche i piccoli, hanno comprato obbligazioni bancarie, specie le 'subordinate', oggi più esposte, che adesso con la direttiva entrano in un’altra classe di rischio. Quando quei titoli furono venduti a tante persone erano strumenti diversi da ciò che sono diventati ora".

Sul fronte della scuola, il 'Mattino' intervista il ministro dell’Istruzione, Università e della Ricerca, Stefania Giannini: "La tutela del diritto allo studio nel nostro Paese è debole per quantità e gestita in modo inefficiente, soprattutto al Sud, anche se non solo nel Mezzogiorno. Nella legge di stabilità abbiamo dato un segnale con 212 milioni per questo capitolo di spesa. So che sarebbero serviti 300 milioni ma intanto è un segnale. Però, ne convengo, va eliminata questa figura assurda dello 'studente idoneo senza borsa. E aggiunge: "La mia proposta, da discutere nella Conferenza Stato-Regioni, è di lasciare alle Regioni la gestione di mense e alloggi e di spostare sulle università i fondi per le borse di studio. Abbiamo iniziato a parlarne nella conferenza di Udine organizzata dal Pd".

'MF' intervista Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni: "Il prezzo del barile resterà basso per uno o forse due anni ancora, magari tornando all’interno del range 50-60 dollari al barile. Ciò continuerà a impattare sulla capacità di investimento delle compagnie. Dobbiamo trovare una soluzione che non riguardi questo o quel Paese, ma il mondo intero".

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