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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

23 maggio 2014 | 10.18
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 23 mag. (Labitalia) - Pochi, oggi i giornali, in edicola a cauda dello sciopero dei poligrafici che protestavano chiedendo tutele per gli esodati. Su 'Europa' l'ex ministro dell'Agricoltura Paolo De Castro scrive "L' irresponsabile uso dell' Europa come capro espiatorio di ogni male, di cui una politica demagogica e irresponsabile ha abusato, ha portato l' Europa ad essere un concetto addirittura inviso ad una buona parte di elettori. La mia esperienza al parlamento europeo mi ha insegnato che il lavoro paga e che la tecnocrazia europea è una balla che fa comodo raccontare all' occorrenza. Mi ha insegnato anche un modo diverso di fare politica: pochi riflettori e molta concretezza. Non c' è l' eco mediatico a cui siamo abituati guardando ai temi della politica nazionale, i tempi sono serrati e il lavoro negoziale necessario e mettere insieme le visioni di paesi profondamente diversi tra loro richiede costanza e studio. In un processo de mocratico nel quale il parlamento europeo può anche "ribaltare" le proposte della Commissione".

"Renzi è un fenomeno parzialmente italiano, e mi risulta che fra i suoi mentori politici ci siano persone che vivono a Washington. È circondato, però, da mezze tacche : gli ex lacchè di Berlusconi. Fini, che ho conosciuto bene, quando faceva l' attendente ossequioso di Giorgio Almirante cui prestavo denari per il Msi. Soldi sempre resi...quello sì che era uomo di parola". Lo dice al 'Fatto Quoridiano' Licio Gelli che aggiunge: "E poi Schifani, Alfano : personaggi non certo di livello. Berlusconi ha sbagliato con le giovani donne, ma soprattutto circondandosi di personaggi di bassa levatura... Penso a Verdini, un mediocre uomo di finanza ; è un massone... credo, ma non della nostra squadra. Il più alto livello di maturità politica in Italia c' è stato con Cossiga e Andreotti che avevano entrambi dei sistemi di controllo politico, uno con ' Gladio ' e l' altro con ' Anello', cosa che Berlusconi non è mai riuscito a ripetere.E si sono visti i risultati di questa sua incapacità... ". "Non le nascondo che vedo, con una certa soddisfazione, il popolo soffrire. Non mi fraintenda : non sono felice di questa situazione. Sono felice, invece, che vengano sempre più a galla le responsabilità della cattiva politica. Perché, probabilmente, solo un tributo di sangue potrà dare una svolta, diciamo pure rivoluzionaria, a questa povera Italia", conclude.

"Assolutamente si'", c'è un problema nella maggioranza parlamentare del governo, "negarlo sarebbe scorrettezza intellettuale. Il problema c'e'. E l'assetto istituzionale non aiuta". Lo dice Matteo Renzi, al 'Giornale'. "Onestamente, -spiega- penso che di cose ne abbiamo fatte moltissime. Oggi racconterò in una conferenza stampa il mio giro d' Italia in 80 giorni: il provvedimento sul lavoro, gli 80 euro, la legge elettorale approvata dalla Camera, il decreto Cultura che apre ai finanziamenti privati, la riforma della Pubblica amministrazione e del Terzo settore. Abbiamo rivoluzionato tempi e modi di governo, messo metà donne ovunque, rinnovato i vertici delle aziende pubbliche".

Francesco Micheli, uno dei più noti Mecenate della Milano contemporanea, si riserva con 'Il Giorno' di commentare i contenuti - dall''art bonus' del 65% in credito d' imposta alle "condizioni di maggiore autonomia" annunciate dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini per le fondazioni lirico-sinfoniche virtuose come la Scala - quando avrà letto il testo del decreto legge."Cosa penso potrò dirlo quando l' avrò letto: sono temi complicati questi. Per il momento non posso che rallegrarmi che si sia stata un' accelerazione sull' argomento".

Non abbiamo saputo proteggere Marco Biagi". Il ministro dell' Interno Angelino Alfano lo dice senza troppi giri di parole: le istituzioni non furono in grado di garantire la sicurezza del giuslavorista ucciso il 19 marzo del 2002 da un commando delle nuove Brigate Rosse. Perché «noi abbiamo il dovere non solo della memoria - ha detto Alfano - ma anche della verità». Una verità che ora i magistrati di Bologna stanno cercando di scoprire, con una nuova inchiesta per omicidio per omissione (per ora contro ignoti) sulla revoca della scorta al docente. Un tema, quello delle protezioni, che per Alfano «è sempre difficile, se sono troppe ci si indigna, se sono troppo poche, si mettono a rischio le persone. Diceva Giovanni Falcone che la mafia uccide gli uomini che le istituzioni non sanno proteggere e noi non abbiamo saputo proteggere Marco Biagi. Questo è il dato reale". Lo riporta 'Il Giorno'.

"Basta scuse: noi non chiediamo di essere difesi, perché si difende chi sbaglia, ma di essere tutelati, perché facciamo il nostro dovere". Giuseppe Apicella conclude così il suo discorso davanti al ministro del Welfare Giuliano Poletti, come riporta 'Il Manifesto'. i suoi colleghi, gli ispettori del lavoro, sono venuti a Napoli da tutta Italia, per poter finalmente farsi ascoltare: in quattro o in cinque sulle loro auto, quelle che utilizzano tutti i giorni per recarsi a ispezionare le imprese, e che dopo una visita, sempre più spesso, trovano rigate, bruciate, saltate in aria. "Siamo stati chiamati "assassini", "corrotti". I mezzi di informazione ci hanno disegnato come nemici delle aziende e dei lavoratori", dice Giuseppe, mentre i suoi colleghi lo ascoltano attenti, spesso lo applaudono.

"Sappiate - dice poi Poletti rivolto agli ispettori - che la difesa della legalità resta la nostra priorità. E se abbiamo sbagliato qualcosa, non è stato nel non dire parole in vostra difesa, ma nel dirle forse con un tono inadeguato. Perché dopo i gravi fatti accaduti, per evitare effetti imitativi, abbiamo preferito calibrare i toni. Vi aspetto a casa vostra, vi aspetto al ministero la prossima settimana, quando troveremo una giornata - dice il ministro, sciogliendo la tensione e guadagnandosi un applauso - Lì parleremo di tutti i problemi organizzativi, dei vostri strumenti. Sapendo per primi che parlare di voi non è parlare ordinariamente di un qualsiasi dipendente pubblico: perché il vostro ruolo è qualcosa di più generale, e quindi tutto va affrontato tenendo conto della complessità e delicatezza di questa funzione".

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