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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

16 febbraio 2015 | 09.38
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Michele Mario Elia (Ferrovie dello Stato):"Ogni anno assumiamo circa 50 giovani laureati nei settori tecnologici, infrastrutturali, del materiale rotabile, dell' Ict e dei processi qualità".

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"L'importanza della giurisdizione tributaria non emerge soltanto dal numero di liti trattate, e lo dimostra l'ormai costante riduzione della frequenza delle liti di minor valore, unita alla concentrazione del contenzioso in pochi casi di grande rilevanza. Non ci convince il giudice unico per le liti di minor valore. D'altra parte, l'attuazione della delega può essere l'occasione per sciogliere nodi che si trascinano da tempo: dall'aumento dei compensi per i giudici, oggi risibili, al ripensamento del rapporto tra uffici giudiziari e segreterie, per finire con il potenziamento della conciliazione, da estendere in ogni stato e grado del processo tributario". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Mario Cavallaro, capo del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.

"Ogni anno assumiamo circa 50 giovani laureati nei settori tecnologici, infrastrutturali, del materiale rotabile, dell' Ict e dei processi qualità. Li selezioniamo tramite le università e corsi di pre-assunzione, in parte finanziati dallo stesso gruppo. E' un canale di contatto continuo che ci aiuta a premere sul pedale dell'innovazione e della ricerca". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Michele Mario Elia, ad di Ferrovie dello Stato.

"Il quantitative easing della Bce, l'acquisto generalizzato di titoli di Stato europei finalizzato a immettere liquidità nel sistema, si può considerare un inizio, un buon inizio. Ma, a parte che arriva in forte ritardo, non basterà da solo a garantire la ripresa. L'Italia è un Paese strutturalmente forte, con una buona base produttiva, in grado di cogliere al meglio i benefici della svalutazione dell'euro che è un effetto collaterale benefico del Qe. Più ancora della stessa Germania, perché buona parte dell'export italiano è costituito da beni di pregiata qualità, e non parlo solo della moda ma anche per esempio della meccanica strumentale di precisione, e quindi avrà dal ribasso del prezzo quella spinta in più che gli permetterà sicuramente di sopravanzare la concorrenza". Così, in un'intervista a 'Affari & Finanza', l'economista Robert Engle.

"Eppure, malgrado tutto questo, non c'è -avverte- ancora fiducia degli investitori né italiani né esteri. Ma non perché c' è il pericolo che l'Italia fallisca: troppo forte è il peso della fiscalità, della burocrazia, dell'imprevedibilità normativa, della lentezza della giustizia civile, e perché no della corruzione avvertita come molto pesante".

"Il digitale è un nuovo mondo che apre prospettive assolutamente inimmaginabili fino a poco tempo fa: nuovi manager, nuove professioni e persino nuovi imprenditori. E' una vera e propria rivoluzione che avviene sotto i nostri occhi e che noi vogliamo accompagnare". Così, in un'intervista a 'Affari& Finanza', Giovanni Lo Storto, direttore generale della Luiss Guido Carli di Roma.

"Altro che superlaureati. Il mercato del turismo cerca meno pezzi di carta ma qualifiche e specializzazioni, anche a livelli intermedi. Per noi il modello vincente sono gli Its, gli istituti tecnici superiori, canale alternativo alla formazione universitaria. Qui si fa vera alternanza: su 1.800 ore di corso, circa la metà, pari cioè a cinque mesi, sono destinate allo stage nelle imprese del settore. E al termine di questo percorso biennale oltre l'80% trova lavoro magari nella stessa azienda dove ha svolto il tirocinio. E' vero, c'è la crisi. Ma se le imprese vedono un ragazzo giovane motivato e preparato, certo non se lo lasciano scappare". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi Sette', Cristina Solano, Federalberghi Roma.

"L'Italia resta una forza molto significativa, un centro di innovazione e produzione di beni di qualità, esportabili su vasta scala. Un modo per liberare la sua crescita varrebbe anche per il Giappone: creare incentivi finanziari per affrontare il problema del numero delle nascite". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', James Gorman, presidente e ceo di Morgan Stanley.

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