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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

13 luglio 2017 | 10.33
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola l'emergenza incendi e l'allarme sbarchi di immigrati.

In un'intervista al 'Corriere della sera', il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ammette che "la situazione è ancora critica, per questo ieri sera è arrivato l’esercito", che "può essere utile anche per tranquillizzare la popolazione". "Prima di fare polemiche - avverte - dobbiamo aver presente che la situazione degli incendi di questa estate è particolarmente grave, non si sa da quanto non ce ne erano di così numerosi ed estesi. È un’emergenza davvero molto forte". E assicura: "Abbiamo una buona dotazione di mezzi. Soltanto per gli incendi del Vesuvio ci sono in campo quattro Canadair e tre elicotteri".

Alla 'Stampa' Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, denuncia: "Ci sono precise responsabilità per quello che sta accadendo. Ovvero, Regioni, governo, e Comuni". Ritiene, infatti, che le Regioni "avrebbero dovuto per tempo approvare le regole sull’antincendio boschivo, per organizzare la prevenzione, il lavoro a terra, e gli accordi con i Vigili del Fuoco e con la Protezione Civile, che ovviamente non può gestire decine e decine di grandi focolai in contemporanea".

'Qn' intervista Agostino Casillo, presidente del Parco nazionale del Vesuvio: "I mezzi sono quelli che sono. Il dato emergenziale del Sud era tale da non consentire maggior tempestività nello spegnimento aereo. Però sarebbe sbagliato prendersela con lo Stato, che pure potrebbe far meglio. Qui siamo in presenza di criminali. Le indagini lo chiariranno, ma in questi incendi c’è la mano dell’uomo. È del tutto evidente. Lo si evince dalla dinamica dei roghi".

Sul fronte immigrazione e allarme sbarchi, in una lettera a 'Repubblica', il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, scrive: "Mentre lavoriamo per una forte politica estera e migratoria europea, ci adoperiamo per convincere i nostri partner che lo sviluppo dell’Africa è interesse di tutti. Intanto procediamo anche per conto nostro, confortati dal fatto che l’Europa inizia a capire che 'non deve temere l’Africa', ma costruire insieme a essa e con fiducia le basi per un partenariato di crescita e sicurezza comune. È questo il capovolgimento di approccio che serve. È questo il senso dell’Agenda per l’Africa che abbiamo costruito in questi mesi. Un’Agenda che vorremmo restasse del nostro Paese oltre ogni elezione, oltre ogni colore politico del governo".

Intervistato da 'Qn', Giuseppe Perrone, ambasciatore italiano a Tripoli, afferma: "Stiamo cercando di spingere la guardia costiera libica a essere sempre più attiva. C’è un contatto giornaliero con loro e dei libici con la nostra guardia costiera, perché gli uomini di Tripoli possano pattugliare la fascia territoriale del loro mare. Abbiamo un team che li sostiene con assistenza tecnica sul funzionamento delle 4 motovedette che abbiamo fornito. Ma aiutiamo tutti i loro mezzi, c’è gente che va e che viene dall’Italia alla Libia. I libici sono a uno stadio abbastanza iniziale, la manutenzione va fatta in maniera costante: i nostri tecnici torneranno la prossima settimana. Vediamo segni di vitalità che prima non c’erano, è un elemento che ha frenato gli arrivi".

In materia di fiscal compact interviene, sul 'Sole 24 ore', l'economista Alberto Quadrio Curzio: "Il fiscal compact è un argomento che appassiona l’Italia con schieramenti tra contrari e favorevoli. Ci sono però anche altre posizioni che, pur comprendendo il dibattito, preferiscono proporre strategie complementari più complete. Una riguarda la necessità di una ulteriore riflessione prima di includere il fiscal compact nei trattati europei, anche perché ne seguirebbe la possibilità di deferire lo Stato che lo viola alle giurisdizioni comunitarie con una mutazione giudiziaria della politica economica molto pericolosa".

Alle proteste dei precari della ricerca replica, con una lettera a 'Repubblica', il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli: "Alle giovani e ai giovani che si dedicano con competenza, dedizione a questa lunga, faticosa, incerta professione, voglio dire che le condizioni di cui parla stiamo provando a cambiarle. Non è il classico 'ci stiamo lavorando'. Stiamo fornendo strumenti in più, nella convinzione che oltre ai cervelli 'in fuga' vi sono soprattutto molti cervelli 'in gabbia' in Italia. Stiamo lavorando per loro e per il Paese, che dovrà scommettere sull’innovazione se vorrà mantenere un ruolo nella competizione internazionale".

Di innovazione parla, in un'intervista a 'Qn', Marco Palmieri, presidente e ad Piquadro: "Dopo un paio di anni di manutenzione dell’azienda, di rivisitazione dell’offerta di prodotto e dei consistenti investimenti in tecnologie, i risultati stanno arrivando. Tutti i nostri sforzi erano orientati alla crescita e all’innovazione. Ora ci aspettiamo un futuro non peggiore del primo trimestre 2017. E stiamo recuperando anche sul fronte degli utili". E aggiunge: "Fare le stesse cose allo stesso modo non paga più. Piquadro ha cambiato la sua filosofia aziendale, abbiamo un nuovo modo di fare ricerca e sviluppo. Abbiamo innescato energie nuove, chiamato a raccolta giovani e strutture in tutto il mondo, sollecitandoli a partorire idee nuove e a portarcele".

Rispetto alle polemiche sull'amministrazione americana, 'Avvenire' intervista John Delaney, esperto di economia del lavoro, che ha osservato l’evoluzione della classe lavoratrice della Pennsylvania dall’Università di Pittsburgh per oltre un decennio e si dice convinto che Donald Trump non rischi per ora di perdere del tutto il loro supporto e non solo per motivi economici: "Il voto per Trump fra i colletti blu non è nato da pure considerazioni di carattere economico, piuttosto dalla sensazione di molti operai bianchi che la vita negli Stati Uniti è diventata ingiusta e che deve essere riequilibrata in loro favore. E questo rende il supporto per il presidente più duraturo. È un voto legato al ripianto per un tempo perduto. Fra la classe operaia della Pennsylvania, come dell’Ohio e del Wisconsin resiste l’entusiasmo di avere un presidente che 'la riconosce'".

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