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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

04 novembre 2014 | 09.49
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Poletti: "I lavoratori hanno diritto di scendere in piazza, e meritano tutto il nostro rispetto".

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"I lavoratori hanno diritto di scendere in piazza, e meritano tutto il nostro rispetto". Così, in un'intervista a 'La Stampa', il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. "Se un lavoratore sciopera e per questo perde -avverte- un giorno di paga, significa che ha qualcosa da dire: quelle ragioni devono essere ascoltate, comunque la si pensi. Quel che è accaduto a Roma è stato un fatto isolato che deve rimanere isolato. Il nostro intervento è radicalmente diverso, perché è rivolto a tutti i contratti a tempo indeterminato, mentre quello previsto da Letta era sottoposto ad una lunga e complicata serie di condizioni. Per quanto riguarda i dati Istat, dicono una cosa diversa: a settembre ci sono 82 mila occupati in più, il dato migliore dal 2013. Potrebbe essere il primo segnale di una inversione di tendenza".

"Il Tfr in busta paga? E' uno spreco, una mossa da ultima spiaggia". Così, in un'intervista a 'La Stampa, l'economista Giuliano Cazzola. "Perchè il Tfr rappresenta -avverte- una risorsa importante, è salario differito, ricordiamolo, e viene facile dire usiamola non lasciamola alle imprese. Ma è anche diventata la risorsa principale delle previdenza complementare, per questo dirottarla altrove crea problemi".

"Lo scontro generazionale non esiste perché la disoccupazione dei figli e l' assenza di investimenti per creare posti di lavoro pesano moltissimo anche sui padri. Non facciamo guerre fra poveri e non facciamole sui diritti". Così Carla Cantone è la leader dei pensionati della Cgil, in un'intervista a 'La Repubblica'. "Landini è un sindacalista puro -spiega- vero e non è affatto un massimalista".

"Sono due le priorità assolute: una riguarda lo sviluppo e la crescita - senza una politica fatta di robusti investimenti pubblici in grado di stimolare anche gli investimenti dei privati, l'economia non tornerebbe a crescere e dunque non ci sarebbe nuovo lavoro. L'idea che l'occupazione si crei con la flessibilità del mercato del lavoro è un' idea priva di fondamento e smentita dai fatti degli ultimi anni. Il secondo grande tema è quello del rilancio delle attività produttive. Un suggerimento a Renzi. Penso sarebbe utile che il governo stabilisca insieme ai suoi interlocutori, cioè imprese e rappresentanze dei lavoratori, quali sono le materie sulle quali negoziare con loro, quali quelle sulle quali si confronta per raccogliere le loro valutazioni e quelle di cui li informa, fissando anche i tempi e le modalità di questi confronti". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Sergio Cofferati.

"Penso che in questi anni sia mancato dappertutto il rapporto fra costi ed efficacia. In sostanza non è stata applicata la logica dei costi standard. Mi sembra questa la pecca più evidente. In effetti nelle Regioni dove questo è stato fatto i risultati si sono visti, tant' è che i rilievi non sono stati significativi". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino.

"Stanno cercando di fare alla moda quel che è stato fatto alla nautica: un'industria distrutta dai pregiudizi, come se tutti i proprietari di barche fossero evasori o faccendieri". Così, in un'intervista a 'Il Giornale', Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia riferendosi all'inchiesta di Report su Monclear.

"Il nostro è un mondo industriale serio -avverte- impegnativo e che funziona a dispetto di tante difficoltà. Nel manifatturiero siamo secondi solo alla meccanica tra quelli che contribuiscono di più allo sviluppo del Paese. Abbiamo una bilancia commerciale positiva per 10 miliardi su 52,5 di fatturato globale del comparto in crescita del 3,6% rispetto al 2013 e con un aumento delle esportazioni del 5,5%".

"Il rapporto conferma che siamo depressi e disorientati. Nel resto dell'Europa non va meglio, ma noi siamo tra i meno entusiasti". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', il sociologo Domenico De Masi, riferendosi al Prosperity Index. "Ci stiamo accorgendo che le finanze personali -avverte- sono peggiorate e che il problema non è la produzione, ma la distribuzione del denaro. Siamo meno ricchi di prima e stiamo perdendo il nostro posto nel mondo che conta. Guardiamo al passato".

"Il taglio dell'Irap aumenterà le assunzioni e la flessibilità del jobs act darà effetti sul lavoro. Credo che molte imprese potrebbero rivedere, in positivo, le loro scelte". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit. "Purtroppo l'Italia -ammette- è in una situazione peggiore degli altri. Veniamo da tre anni di recessione e negli scenari degli stress test se ne ipotizzano altri tre. Sei anni così mettono a dura prova i bilanci delle banche".

"Con il buono-scuola ci sarebbe una ridistribuzione più equa delle risorse e le scuole partirebbero in parità. La competizione, quale procedimento di scoperta del meglio, farebbe del bene alla scuola statale, sarebbe un'alta forma di collaborazione. Lo statalismo ha sottratto l'istruzione al controllo salutare della concorrenza comportando uno scadimento del servizio e l'incremento dei costi. Non è libero un Paese dove una famiglia che iscrive il figlio a una scuola paritaria debba pagare per questa sua scelta di libertà. Discriminandole scuole si impedisce agli studenti meno abbienti la libertà di scegliere". Così, in un'intervista a 'Il Tempo', il filosofo Dario Antiseri.

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