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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

20 aprile 2017 | 10.05
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Se il referendum sul pre-accordo siglato tra azienda e sindacati nei giorni scorsi vedrà prevalere il sì, vi sarà un aumento di capitale di circa 2 miliardi, di cui oltre 900 di nuova finanza per far ripartire la compagnia e assumerò i pieni poteri. Non voglio pensare all'alternativa. E poi aggiungo che la cura giusta, già sollecitata dal presidente uscente Luca Cordero di Montezemolo che si è molto impegnato su questo fronte, richiede forte discontinuità per cambiare rotta". Così, intervistato dal 'Messaggero', il presidente designato di Alitalia, Luigi Gubitosi.

Secondo Gubitosi "cme ha già detto in maniera esplicita il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda l' alternativa non c'è, non esiste. O meglio c'è: un accompagnamento verso la liquidazione dell'azienda, il fallimento. Sarebbe la fine di una compagnia che il 5 maggio festeggerà i 70 anni di attività. Alitalia fa parte della storia del Paese e mi piacerebbe contribuire a rilanciarla".

"Sebbene il rilancio di Alitalia sia difficile -conclude- non è però una missione impossibile. A me il tricolore sulla coda degli aerei emoziona ancora e voglio continuare a vederlo volare".

"La verità è che non si può più rinviare, siamo l’unico paese che ha istituzionalizzato il rinvio: da dodici anni approviamo un provvedimento che si chiama “Milleproroghe'". Carlo Cottarelli, intervistato da 'La Repubblica', lascerà a novembre il suo posto da direttore esecutivo dell’Fmi con un anno di anticipo, tornerà in Italia per insegnare alla Bocconi e per dimostrare che i problemi della Penisola sono in cima alla lista dei suoi pensieri sta lavorando su un libro, che sarà pubblicato a inizio 2018 da Feltrinelli, dove mette all’indice i “sette peccati capitali” del nostro Paese.

Il Def appena sfornato, spiega, "mi sembra buono. È bene che si mantengano gli obiettivi di riduzione del deficit e si fissi il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2020, l’unica strada per ridurre il debito pubblico".

"Voglio fare una profezia: entro al fine di quest’anno nel nostro Paese non resterà più di centinaio tra istituti e gruppi bancari". Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, l'associazione bancaria italiana, a colloquio con il 'Sole 24 ore', sorride ma non troppo: il processo di ristrutturazione del sistema creditizio italiano è destinato non solo a ridimensionare drasticamente il perimetro del mondo bancario, ma anche il rapporto tra risparmiatori ed istituti.

"E' un processo ineludibile - spiega Patuelli - perchè è il mercato che lo richiede. Non stiamo parlando di fallimenti o chiusure cruente ma di un veloce processo di fusioni e incorporazioni e di processi normativi che porteranno a modificare profondamente l’assetto attuale. Il percorso in questa direzione è già cominciato, ma nei prossimi mesi assisteremo a forti accelerazioni in questa direzione".

"Negli ultimi anni, dopo che Mario Draghi ha annunciato che avrebbe usato tutti gli strumenti disponibili per difendere l’euro e dopo che la banca centrale ha dispiegato le sue manovre espansive, la crescita economica nell’eurozona (Italia esclusa) si è assestata intorno al 2%; in Italia, si colloca intorno all’1%. La Spagna, Paese che ha subito una grave crisi e ha dovuto ricorrere all’aiuto internazionale, cresce oggi a più del 3%. L’appartenenza all’euro comporta insieme ai vantaggi anche regole e vincoli, ma questi semplici esempi dovrebbero far riflettere quelli che vedono la moneta unica come una gabbia in cui prospera solo la Germania, e che ritengono che la stagnazione italiana dipenda dall’euro e non da problemi intrinsechi del nostro Paese". E' quanto scrive, in un intervento sul 'Sole 24 ore', l'economista Ignazio Angeloni.

Per Angeloni "su questi ultimi bisogna concentrarsi, senza cercare diversivi. Auguro a Zingales e al Sole 24 Ore un proficuo dibattito su questi importanti temi. Non auguro invece a nessun lettore di questo giornale di ritrovarsi cittadino di un Paese che tentasse l’improvvida avventura di staccarsi dall’euro e dall’Unione Europea. Nessuno di questi due è perfetto: dobbiamo lavorare insieme, dall’interno, per migliorarli. Ignazio Angeloni è membro del Consiglio di vigilanza".

"La vera sfida a cui siamo chiamati è quella di costruire un lavoro che si adatti alle esigenze della persona, e non obbligare la persona ad adattarsi ad un lavoro che va contro le sue esigenze di salute". E' quanto scrivono in un intervento su 'Avvenire' i giuslavoristi Michele Tiraboschi e Francesco Seghezzi.

Secondo gli studiosi "un cambio di paradigma che, al tempo stesso, può diventare un vero e proprio piano strategico di azione per portare a piena maturazione e compimento complessi processi di riforma dei sistemi di welfare e di relazioni industriali oggi avviati in Europa messi in pratica solamente di fronte ad emergenze e che ancora faticano a diventare una prassi".

"E' positivo che il Movimento 5 Stelle abbia finalmente posto al centro del dibattito programmatico il lavoro. Ma proprio perché M5S si candida alla guida del Paese ha il dovere di declinare in maniera più compiuta e univoca un programma per il lavoro che per ora mi appare incerto e contraddittorio". Marco Bentivogli, leader dei metalmeccanici della Cisl e autore di un volume sul futuro del sindacato dal titolo evocativo "Abbiamo rovinato l’Italia?", intervistato da 'Avvenire', non fa sconti ai pentastellati che votavano ieri 5 proposte su occupazione, sindacati e welfare.

Sulla rappresentanza, continua il sindacalista, "secondo noi della Fim sarebbe utile una cornice legislativa che recepisca l’accordo firmato con Confindustria. Anche perché finora solo il 20% delle imprese applica il testo unico e sarebbe invece utile misurare adeguatamente la rappresentatività delle organizzazioni".

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