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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

22 luglio 2015 | 09.58
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Siamo pronti a partire già da settembre con 5mila nuovi apprendisti e 10mila studenti in alternanza scuola-lavoro. L'apprendistato di primo e terzo livello è un contratto eminentemente formativo, che prevede un 30% di ore di istruzione nell'ente preposto, un altro 30% di formazione in azienda e solo il 40% come produzione vera e propria che viene retribuita come per l'apprendistato professionalizzante. L'obiettivo non è trovare un posto, ma far acquisire al ragazzo una qualifica e delle competenze che potrà poi spendere". Così, in un'intervista a 'Avvenire', Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro.

"Con ritmi molto sostenuti continua la rivoluzione bancaria in Italia sospinta dalle sempre nuove e stringenti regole europee e dalle innovative normative italiane. Fra le novità per l'inizio del 2016 vi è il 'bail in', la nuova normativa europea che evita che le eventuali crisi bancarie vedano ricaderne gli oneri sulle istituzioni pubbliche e, quindi, sui cittadini. Oltre alle doverose necessità di favorire la sempre maggiore consapevolezza e responsabilità dei risparmiatori, il principale obiettivo strategico per le banche è quello di evitare le crisi bancarie e ciò sarà più raggiungibile con l'assai cospicuo innalzamento dei presidi patrimoniali bancari. Ciò sarà possibile favorendo la ripresa della redditività bancaria per permettere cospicui accantonamenti ed una adeguata redditività per gli azionisti". Lo scrive su 'Il Messaggero, Antonio Patuelli, presidente Abi.

"Lo shock fiscale annunciato da Matteo Renzi è positivo per tutto il sistema Paese e assolutamente praticabile, ma servono anche uno shock sotto forma di calendario parlamentare sprint per chiudere il cantiere della delega fiscale e maggiore coraggio sui tagli di spesa. E' inevitabile che nel momento in cui si decide di intervenire sulla tassazione sulla prima casa si debba contestualmente agire anche sulla riforma del catasto. In autunno i due interventi dovranno marciare parallelamente evitando che una mano riprenda quello che l'altra toglie. E questo è anche l'impegno del premier". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Maurizio Bernardo, presidente della commissione Finanze della Camera.

"Il legame del nostro gruppo con l'Italia è molto forte, non solo perché alcuni dei marchi e delle aziende di Lvmh sono nate qui e resteranno sempre qui. C'è di più: un'affinità culturale e di valorizzazione del patrimonio storico e delle tradizioni artigianali, il cui confine con l'arte secondo noi è sempre molto sottile. Posso dire che nel 2014 il nostro gruppo ha investito in Italia circa 100 milioni e una parte importante di questa cifra è riconducibile a Gaibanella, dove esiste una vera e propria accademia interna che ha già formato 90 artigiani". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Antoine Arnault, direttore generale di Berluti.

"Penso che i marchi siano importanti. Tuttavia per promuovere il tema della legalità ritengo più fondamentali accordi su nuovi progetti di filiera economica quando i nostri interlocutori sono disponibili a realizzarli. Con Philip Morris abbiamo concluso un accordo che certifica non solo la sostenibilità ambientale delle produzioni ma anche la qualità e il rispetto del lavoro. Il lavoro deve essere un motivo in più per far pagare anche un prezzo aggiuntivo sul prodotto. Dobbiamo spezzare il meccanismo per cui imprese virtuose sono in ginocchio perché rispettano le leggi e chiudono e, invece, chi lavora nell'illegalità continua a stare sul mercato. La vittoria sarà dare un valore economico ai prodotti legali". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo.

"Se la Grecia manterrà gli accordi e immaginiamo che dopo la prima valutazione delle misure alleggeriremo il debito, il problema non tornerà a porsi per i prossimi tre anni. Esco da questa esperienza contento ma non felice. Ne esco molto preoccupato per il futuro. Non parlo solo della Grecia, c'è un insieme di elementi che ci fanno preoccupare molto. Ad ogni modo l'accordo è buono perché esiste". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker.

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