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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

27 febbraio 2015 | 10.19
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Il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli spiega al 'Corriere della Sera': 'La nostra scelta era chiara dall'inizio. Dinamizzare Rai Way'.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Il governo assicura che il 51% di Ray Way resta nelle mani Rai. C'è chi immagina un futuro ripensamento del governo. Il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli spiega al 'Corriere della Sera': "La nostra scelta era chiara dall'inizio. Dinamizzare Rai Way, dimostrare la sua capacità di essere protagonista sul mercato. I risultati ci hanno dato ragione. Il controllo pubblico era e resta il chiaro presupposto dell' operazione. Chi immagina un ripensamento, dopo la nostra illustrazione in Borsa e agli investitori, ha un' idea surreale del mercato. A mio avviso sulle infrastrutture strategiche c' è un deficit di controllo pubblico, non un eccesso. Il vero ruolo pubblico è assicurare infrastrutture neutrali per permettere una sana, libera e trasparente concorrenza".

"Garanzia dell'anonimato, denunce criptate, programma di protezione da eventuali ritorsioni. La "gola profonda" o whistleblower, come gli anglosassoni chiamano chi denuncia situazioni di corruzione nel proprio ufficio o nella propria azienda, arriva anche in Italia".Ne dà notizia 'La Repubblica'. "Con una circolare la direttrice dell'Agenzia delle entrate Rossella Orlandi ha impartito dettagliate indicazioni operative per combattere furbi e profittatori. 'Dobbiamo accollarci insieme il carico di denunciare i comportamenti illeciti, non solo i reati, ma tutte quelle condotte che non possono e non devono appartenere al comune sentire di una amministrazione sana, che chiede ogni giorno correttezza e trasparenza a 43 milioni di italiani', ha scritto la Orlandi ai dipendenti dell'Agenzia".

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando è "deluso" dalle toghe e assicura a 'La Repubblica': "Il governo non è contro la magistratura ", rimbrottando chi critica la legge "perché non è stato compreso pienamente il meccanismo"."Mi è dispiaciuto per gli argomenti usati, -dice- quel parlare di "volontà punitiva", anche perché loro conoscono bene l' iter testo. Hanno visto l' intervento del governo per correggere il ddl Buemi al Senato e la legge Comunitaria alla Camera, dove c' erano forme di responsabilità invasive e lesive dell'autonomia e indipendenza della magistratura".

"La situazione era questa - afferma con 'Il Giornale' Ernesto Mauri, amministratore delegato del gruppo Mondadori - il business principale, cioè i periodici in Italia, che nel 2008 fatturavano 600 milioni con 95 milioni di margine, nel 2013 erano scesi a 325 milioni con una perdita di 20. Non c'era certo tempo da perdere: quando la casa brucia bisogna spegnere l' incendio prima che attacchi le case vicine. Ed è quello che abbiamo fatto insieme a Carlo Mandelli: mettere, in sicurezza i conti della periodici. Perciò risparmio di costi, tagli, l' accordo sui contratti di solidarietà per i giornalisti, cambio di direttori, una riduzione del portafoglio di ben undici testate. E naturalmente un gran lavoro di risistemazione e di rilancio dei nostri brand più importanti, perché la Mondadori stava rischiando di appannare il primato dei suoi periodici".

"Mi risulta che per ora molte redazioni pullulino di giornalisti che incassano lo stipendio ma non lavorano, proprio perché non piacciono al loro direttore o editore. Non piacere a qualcuno è nella natura delle cose". Lo dice Milena Gabanelli al 'Fatto Quotidiano' aggiungendo: "Mi piace immaginare un mondo del lavoro dove non sono costretta a poltrire, sono io ad andarmene in un altro posto dove mi trovo meglio, e quel posto sul mercato c'è. Si chiama 'dinamicità'".

Pierre Moscovici non lascia il tempo di finire la domanda, quella inevitabile su come possa convivere l'analisi europea di un'Italia super-indebitata e davvero poco competitiva con il "semaforo verde" che mercoledì ha salutato il passaggio a Bruxelles della Legge di Stabilità 2015 dopo quattro mesi di verifiche e negoziati. "È giallo, il semaforo - spiega con un sorriso il commissario Ue per l' Economia a 'La Stampa'-, ed è perfettamente logico che sia così. Perché col verde si può passare senza problemi, mentre col giallo serve un colpo di acceleratore, altrimenti scatta il rosso".

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