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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

05 maggio 2014 | 10.10
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 5 mag. (Labitalia) - "Riduzione del carico fiscale, certezza del diritto, tempi rapidi di attuazione delle norme. Tre principi che sono diventati uno slogan: tutti li conoscono, la politica li enuncia, i tecnici ne declinano le diverse forme, gli imprenditori e più in generale i contribuenti li reclamano a gran voce. Ma in concreto si fa fatica a vederne gli effetti." Lo scrivono sul 'Sole 24 Ore' Primo Ceppellini e Roberto Lugano. "Certo ci sono segnali importanti - la riduzione dell' Irap, a esempio, primo passo nella direzione della riduzione del carico fiscale -. Ma capire quanto questi segnali impattino in termini di effettivo risparmio di cassa non è mai facile. L' esigenza di trovare copertura finanziaria alle manovre comporta spesso uno spostamento dell' imposizione: si riduce l' Irap ma aumentano la Tasi e le altre imposte locali; migliora il beneficio Ace ma diminuisce la deduzione fiscale delle auto aziendali; spesso le norme prevedono benefici il cui effettivo ottenimento è rimandato al futuro e nel frattempo gli acconti continuano ad applicarsi senza considerare la riduzione e così via".

Per il settore italiano delle macchine per l'edilizia una delle associazioni più rappresentative è Siteb, l'associazione italiana Bitume e asfalto strade, che, in termini di fatturato, rappresenta circa il 75% di un mercato costituito da oltre 4mila aziende impegnate nella realizzazione delle strade e degli impianti impegnati nella lavorazione del bitume. Il settore conta 50mila addetti diretti, con un indotto complessivo di 500mila lavoratori. Il presidente, Carlo Giavarini, spiega così al 'Sole 24 Ore' le emergenze del settore. "Negli ultimi sei anni abbiamo subito un forte calo degli investimenti: da 44 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso prodotto di sei anni fa ai 22 milioni di oggi. Nel 2008 eravamo secondi in Europa, oggi abbiamo il 30% di imprese in meno".

"Renzi vuole fare la rivoluzione? Io più di lui. Francamente non vedo cosa ci sia da difendere in un paese che ha l' età pensionabile più alta d' Europa, i salari più bassi e i giovani precari", dice Maurizio Landini, segretario generale della Fiom a La Repubblica. Forse ci sono delle responsabilità anche dei sindacati se sul piano sociale le cose sono così peggiorate.

"Se c' è una responsabilità dei sindacati è stata certamente quella di aver ragionato in questi anni con la logica di ridurre il danno. Prima si è sostanzialmente accettata la modifica dell' articolo 18, ora ci si ritrova con la liberalizzazione totale dei contratti a termine". Eppure il presidente del Consiglio Renzi più che remissivi vi considera conservatori. Dice che non si farà fermare dai veti sindacali e vi invita a cambiare."Che ci sia la necessità di un cambiamento democratico del sindacato è fuori discussione. C' è un mercato del lavoro che è totalmente cambiato e ci sono milioni di lavoratori che non hanno rappresentanza".

Patrizio Bertelli è uno di quei dieci imprenditori italiani che il Censis ha catalogato tra i più ricchi e che presi nel loro complesso mettono insieme un patrimonio che vale quello di 500 mila operai. "Non mi piace l' etichetta di Paperone - dice subito Bertelli a La Repubblica- noi siamo degli industriali che operano in vari settori dell' economia reale, che andiamo a lavorare anche il sabato e che diamo lavoro a migliaia di persone. È sbagliato demonizzare e dare un connotato negativo a chi crea ricchezza, benessere e posti di lavoro. Il Censis fotografa un particolare di una realtà ma non fornisce spiegazioni approfondite della situazione che si è venuta a creare. Negli anni '80 c' era l' inflazione e il lavoro nero e il Pil dell' Italia cresceva al ritmo del 2-2,5%. Ora c' è l' euro e siamo in una fase di deflazione, ma noi in azienda non abbiamo neanche un precario. La realtà è molto più complessa di come viene descritta".

"Naturalmente il comportamento della Russia mi preoccupa molto. È intervenuta militarmente in Crimea violando il diritto internazionale. E ha chiaramente intenzione di destabilizzare l' Ucraina orientale. E molti membri orientali della Nato si preoccupano per la loro stessa sicurezza". Lo dice il generale Anders Rasmussen segretario generale della Nato a La Repubblica.

Secondo lei che piani ha la Russia verso l' Ucraina? "È in gioco più della Crimea o dell' Ucraina. Il loro obiettivo è costruire una sfera d' influenza nell' ex area sovietica. La Russia destabilizza i vicini, anche Transnistria, Moldavia, Abkazia e Sud-Ossezia in Georgia. Vuole impedire ai vicini di unirsi allo spazio geopolitico atlantico, e portarli invece in una Unione euroasiatica guidata da lei", risponde Rasmussen.

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