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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

27 novembre 2014 | 09.57
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Bellanova: "Il primo della lista dei decreti attuativi che stiamo predisponendo per quando il 'Jobs Act' riceverà il via libera definitivo è quello sulla formula contrattuale innovativa".

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Il primo della lista dei decreti attuativi che stiamo predisponendo per quando il 'Jobs Act' riceverà il via libera definitivo è quello sulla formula contrattuale innovativa, destinata soprattutto alla platea giovanile. Ma medesima urgenza ce l’hanno gli ammortizzatori sociali, estesi finalmente alle categorie che attualmente non ne beneficiano". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova.

"Una situazione che si poteva e doveva evitare, se il governo non fosse stato miope". Così, in un'intervista a 'Avvenire', Francesco Scrima, segretario nazionale della Cisl-scuola, commentando la bocciatura Ue. "Una risposta alla sentenza -sostiene- il governo dovrà darla. Ma ricordo che quel piano di assunzioni riguarda i docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento (Gae), ma già quel piano dimentica ben 30mila persone che da tempo insegnano nella scuola, ma non sono entrati nelle graduatorie ad esaurimento. Sono i cosiddetti invisibili".

"Terzo settore e sempre più capitali privati per trasformare l'economia sociale". Così, in un'intervista a 'Avvenire', Stefano Granata, presidente di Gruppo Cgm. "Un welfare generativo, fatto anche -fa notare- di investimenti e del concorso di tutti i soggetti della comunità, dal privato cittadino all'impresa profit. Per costruire risposte che il welfare tradizionale non può più dare per mancanza di risorse. Senza ovviamente abdicare al ruolo che abbiamo avuto per trent'anni, di esecutori di fatto dell'esternalizzazione del pubblico. Ma passando da una fase in cui ci siamo adoperati soprattutto per la coesione e l'inclusione, specie dei cittadini con le maggiori fragilità, a una in cui ci occupiamo anche dello sviluppo. Aumentando insomma il nostro impatto".

"Abbiamo tutti davanti gli stessi problemi: globalizzazione, innovazione tecnologica, demografia. La ragione per cui molti Paesi devono riformare sistemi pensionistici, welfare, mercato del lavoro è proprio il mondo che cambia". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', l'ex premier laburista britannico Tony Blair.

"Nel settore edile la corsa folle ai continui ribassi di gara è sempre più difficilmente compatibile con il suo rispetto. Un meccanismo pericoloso che la politica, ben felice di ottene re prezzi altrimenti impossibili, avalla". Così, in'intervista a 'Il Tempo', Marco Matteoni presidente di Costruzioni Confartigianato. "La soluzione sta -auspica- nel tornare a un'economia edile controllata e controllabile da chi svolge questa attività e che possa svilupparsi- sia nelle costruzioni private che negli appalti pubblici - grazie alla collaborazione tra addetti ai lavori e amministratori".

"Il passaggio da geometra diplomato a geometra laureato è un passaggio fisiologico, dovuto all' esigenza di assicurare ai professionisti del Terzo millennio che operano sul territorio, tra la gente, un adeguato mix di conoscenze tradizionali, materie d' indirizzo e competenze innovative. Del resto, già in passato abbiamo assistito a momenti di transizione: pensiamo, ad esempio, al passaggio da perito agrimensore a geometra, dal diploma abilitante all' esame di abilitazione. Tutte sfide importanti, accomunate dall' obiettivo di armonizzare il passato e il futuro". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', il presidente del Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati, Maurizio Savoncelli.

"I decreti che seguiranno la legge delega dovranno ridurre l'enorme incertezza che oggi circonda i costi dei licenziamenti individuali in Italia". Lo scrive su 'La Repubblica', l'economista Tito Boeri. "Un'altra battaglia che la sinistra -fa notare- non sembra voler fare riguarda il salario minimo. Ce ne sarebbe bisogno per ridurre il numero dei cosiddetti working poor balzati negli ultimi anni al 16% della forza lavoro. C'è poi la questione della semplificazione delle tipologie contrattuali. Sono, immaginiamo, questi i quesiti che interessano milioni di italiani. Ma non è certo di questo che si parla. L'altra faccia della medaglia delle felpe rosse della Fiom sotto la giacca è un assegno in bianco. Quello che sta concedendo al governo chi dichiara il proprio dissenso sul Jobs Act, evitando di incalzare l'esecutivo su queste scelte fondamentali per il futuro del lavoro".

"Gli aventi diritto alla cattedra per decisione della Corte del Lussemburgo saranno ampiamente riassorbiti dal decreto della Buona scuola. Risolviamo il problema alla radice". Così, in un'intervista a 'La Repubblica, il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini.

"Il quadro di riferimento del Jobs act va in una direzione che consideriamo positiva. Ma occorre il coraggio di andare avanti: l’Italia ha un problema di competitività, il mondo cambia, non possiamo avere regole che appartengono al passato". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Stefano Dolcetta, vice presidente di Confindustria per le relazioni industriali. "Le risorse vanno bilanciate -ammette- tra politiche passive di tutela e i servizi o per il lavoro o per la ricollocazione. Nella delega c’è anche questa parte, certamente la più difficile da affrontare vista la situazione di crisi".

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