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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

13 gennaio 2015 | 10.10
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La crisi economica al centro dei giornali in edicola.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"C'è molto da fare e questo non ci preoccupa, anzi ci stimola. Innanzitutto la classe dirigente universitaria del nostro Paese non potrà più essere selezionata secondo logiche di stampo feudale, ma secondo indicazione orientate al merito". Così il sottosegretario all'Università, Davide Faraone, intervistato da 'La Stampa'.

"Pertanto bisogna: investire -continua- sempre più in autonomia e valutazione degli atenei, prevedere il finanziamento del Fono di finanziamento ordinario sulla base di dati certi e oggettivi, cambiare lo Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico con uguali mansioni e uguale regime pensionistico, rivedere la procedura di abilitazione nazionale, dispendiosa e incapace di rispondere alle richieste di innalzamento della qualità della ricerca stessa".

"Erano anni che le leggi finanziarie mettevano sempre nuove tasse sul lavoro, finalmente abbiamo un' inversione di tendenza: 18 miliardi di euro a favore del lavoro e delle imprese erano anni che non si vedevano. Il governo Renzi ha fatto questo e noi consideriamo positivo questo sforzo e questa attenzione al lavoro, che è la base fondante della ripresa dell'economia". Così, in un intervento su 'Italia Oggi', il segretario generale della Fismic Confsal, Roberto Di Maulo.

"Da questo punto di vista l'azione importante sono le riforme fatte in Italia, perché la traccia della Youth employment' era già stata segnata dal governo Letta e i vertici sull' occupazione erano già partiti nel 2013, la linea italiana è stata di continuità". Così l'economista Alberto Quadrio Curzio, intervistato da 'La Nazione', sulle azioni in materia di lavoro nel corso del semestre europeo sotto la presidenza italiana.

"È stato -conclude l'economista- un semestre molto personalizzato dal premier, avrei preferito un maggiore evidenza corale di tutto il governo. In particolare, il ministro Padoan, che ha fatto molto, avrebbe dovuto essere valorizzato di più".

I programmi per il 2015 sono "di fare sempre meglio quello che sappiamo fare. Abbiamo varato un piano di investimenti da 60 milioni nel digitale. Si sommeranno agli ottanta dell'anno scorso". Così l'amministratore delegato di Mediolanum, Massimo Doris.

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