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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

13 agosto 2014 | 10.27
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Torna sulla scena il dibattito sull'art.18: mantenerlo o abolirlo? Esperti, economisti, politici, esponenti del governo dicono la loro.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Per la politica italiana, agosto è sempre stato il mese delle dichiarazioni a effetto e dei ballons d'essai sui temi più controversi. Non stupiscono dunque né la recente proposta di Angelino Alfano sull' abolizione dell' articolo 18 'entro la fine d' agosto', né la lapidaria risposta di Marianna Madia, secondo cui l'art. 18 'non è un problema'". Lo scrive sul 'Corriere della Sera' Maurizio Ferrera, docente di Scienza Politica a Milano. "Anche per il presidente del Consiglio non è il caso di aprire una simile discussione. Ma le regole vanno senz'altro cambiate, con un intervento di più ampia portata che magari porti a 'riscrivere l'intero Statuto dei lavoratori". "Il governo sta incontrando grandi difficoltà nel delineare un quadro di riferimento chiaro e dettagliato sulla riforma del lavoro, compresa l'inevitabile questione dei rapporti contrattuali e della flessibilità in uscita. Senza un tale quadro, a settembre si rischiano pericolose tensioni politiche. Non tutti lo ricordano, ma l' articolo 18 ha già subito dei ritocchi con la riforma Fornero del 2012", spiega Ferrera.

"Noi non vogliamo concentrarci sui simboli, perché stiamo lavorando a una riforma complessiva molto ambiziosa. Il Jobs act ha avuto un primo passaggio con il decreto Poletti e un secondo passaggio con la delega al lavoro. A settembre al Senato riprenderà la discussione su quel provvedimento, che ha in sé una grande portata riformatrice". Lo dice al 'Corriere della Sera' Lorenzo Guerini vicesegretario del Pd. E ad Alfano spinge per depennare l'art. 18 entro il 29 agosto replica: "No, i tempi sono quelli che abbiamo già detto. Ci confronteremo a settembre, quando si discuterà della delega al lavoro secondo il calendario stabilito in sede parlamentare. I temi sono gli ammortizzatori sociali, le politiche attive e uno strumento contrattuale che favorisca l' inserimento al lavoro a tempo indeterminato. Mi riferisco all'art. 4 della legge delega, dove si parla di inserimento con tutele crescenti".

"Gli 80 euro in busta paga a 10 milioni di persone sono una decisione positiva, una delle più importanti del governo Renzi - dice al 'Corriere della Sera' Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione-, ma bene che vada potranno aumentare i consumi che ci riguardano di 1,5 miliardi negli otto mesi del 2014". Non abbastanza per compensare le perdite, perché quest' anno tutta la distribuzione - negozi al dettaglio, supermercati, ipermercati - rischia "di ridurre il fatturato di 1,7 miliardi rispetto al 2013", prevede Cobolli. L'annunciata uscita dall'Italia del gruppo tedesco Rewe, quello che rilevò le Standa chiamandole Billa, è ritenuto "un segnale della difficoltà".

"L'economia tedesca è scarsamente dinamica, ma sostanzialmente solida. Non ci sono problemi di politica fiscale e la crescita del Paese è comunque positiva". Lo dice l'economista Daniel Gros (direttore del Ceps di Bruxelles). "Un tasso di crescita del genere, che andrebbe bene altrove, qui è poco soddisfacente".

"Dibattito tipicamente estivo. Molti di coloro che ne parlano non sono mai stati in una fabbrica". Pierre Carniti, storico leader della Cisl, lo dice a 'La Repubblica' non si appassiona alla querelle innescata dal diktat di Alfano: "Più che una discussione ideologica, mi sembra teologica"."Mi pare una tesi un po' demenziale, di quelle che animano la discussione sotto l'ombrellone per fare due chiacchiere con il vicino".

"Il fatto che i prezzi diminuiscono in genere è una buona notizia per le famiglie. Perché allora il calo dei prezzi dei beni ad alta frequenza d' acquisto certificato ieri dall'Istat dovrebbe preoccuparci?". Lo scrive l'economista Tito Boeri su 'La Repubblica'. "Il rischio è quello che l' Italia cada in una trappola deflazionistica. È un rischio abbastanza paradossale per un paese che per decenni ha vissuto con un' inflazione a due cifre, ma tutt' altro che remoto. Per capire di cosa si tratta bisogna uscire dalla dimensione della singola famiglia o impresa e ragionare dal punto di vista dell'economia nel suo complesso. Se le famiglie si aspettano un forte calo dei prezzi in futuro, decideranno di rimandare piani d' acquisto in attesa di avere condizioni più favorevoli. Questo fa calare i consumi, dunque la domanda delle imprese, che potranno a loro volta reagire alla caduta dei ricavi contenendo i costi, a partire da quelli del lavoro. Significa salari più bassi e, soprattutto, licenziamenti".

"La riforma delle popolari è imprescindibile, ce l' ha ancora ricordato il governatore della Banca d' Italia Ignazio Visco un mese fa all' assemblea dell'Abi". Lo dice al 'Sole 24 Ore' Gianni Zonin, da 17 anni presidente della Banca Popolare di Vicenza. "Come ho già detto in passato, credo che proporre sia meglio di subire: premesso che non siamo disposti a farci rottamare, il punto è salvaguardare il voto capitario, che è il cuore del modello cooperativo, per le principali delibere assembleari; ma in alcuni casi può essere opportuno premiare i fondi che decidono di investire stabilmente in realtà come le nostre".

Renzi "Fa il furbo.... Anche il muro di Berlino, quando era ancora in piedi, lo si poteva aggirare. Ma l' effetto prodotto dal suo abbattimento non ha paragoni". Lo dice l'economista Giuliano Cazzola a 'Libero' a proposito delle parole del premier sull'art.18.

"Non siamo in emergenza". La risposta del sottosegretario alla Presidenza Sandro Gozi con 'La Stampa' di fronte alla prospettiva di accettare la mano tesa di Forza Italia sull' economia è in linea con quella del premier e suona dunque come un no, grazie. Gozi nega che sia necessaria una manovra da 25 miliardi come qualcuno profetizza nel Pd. "Padoan l' ha esclusa, sta facendo un lavoro molto serio sulla revisione della spesa e sullo sfoltimento da otto mila a mille delle aziende partecipate delle municipalizzate".

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