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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

18 dicembre 2015 | 10.38
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Sulla parte politica non commento. Quanto all’economia, direi che in Europa abbiamo già mollato sull’austerità. E funziona bene così. L’austerità di bilancio non c’è più, i governi non stanno più stringendo la cinghia sui conti pubblici ed è per questo che l’Italia e l’intera area euro tornano a crescere. Renzi ha ragione. Però quello che chiede c’è già". Così, intervistato dal 'Corriere della sera', Peter Bofinger, 61 anni, economista dell’Università di Würzburg, uno dei «cinque saggi» consiglieri di Angela Merkel e i suoi ministri.

"È come in certe operazioni chirurgiche: si taglia ma non si sa bene che conseguenze ci saranno". Mario Deaglio, docente di economia internazionale all’Università di Torino e coordinatore del rapporto economico del Centro Einaudi-Ubi, ricorre a una metafora per descrivere la recente decisione della Fed, la banca centrale statunitense, di alzare i tassi di interesse.

Una mossa "dall’esito incerto, perché come sempre in questi casi non si sa che succederà, ma obbligata".

"Penso che in Italia abbiate un operatore fantastico, con un management niente male. Ma è anche un operatore con alcune debolezze. Problemi che si possono risolvere con buone soluzioni. E io ho alcune idee. Il futuro per Telecom, come per tutti gli operatori, è nella fibra ottica". Così, intervistato da 'La Stampa', l'imprenditore francese Xavier Niel.

"Bisogna darle -continua Niel- la capacità di investire per crescere sia nella fibra ottica sia nel mobile 4G e generare così maggiori ricavi, mantenendo comunque le tariffe più basse".

"Sono pessimista sul futuro della crescita negli Stati Uniti, se non si interverrà sui programmi assistenziali, e la prospettiva è anche peggiore per l’Europa, dove la produttività è praticamente ferma". Così, in un colloquio con 'La Stampa', l'ex-presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan.

Per Greenspan "quello che frena la crescita, negli Stati Uniti come in Europa, è la bassa produttività".

"Sicuramente l’approccio nel solco della crescita. Il Paese comincia a muoversi, noi dobbiamo rafforzare i segnali positivi che si vedono. Lo abbiamo fatto seguendo tre punti fermi". Così, intervistato da 'L'Unità', il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta.

"In primo luogo -continua Baretta- l’abbassamento delle tasse, in secondo luogo il sostegno sociale, terzo la scelta di sicurezza, che vuol dire non solo protezione ma anche promozione, di qui il combinato con la cultura".

"Qui ho trovato una situazione straordinaria e in questi giorni sono alle prese con impegni diversi. Noto comunque che noi italiani qui siamo sempre percepiti come espressione vivente di una cultura altamente apprezzata". Così, intervistato dal 'Sole 24 ore', l'architetto Mario Bellini, sul Salone del Mobile a Shangai.

Per Bellini "in Cina bisogna andare per almeno due ragioni: da una parte l’Italia non può rinunciare a uno sbocco significativo sull’enorme mercato cinese, che vede sempre più aumentare quella porzione di abitanti in grado di acquistare i beni del design italiano; dall’altra, il resto del mondo non può rinunciare al fatto che il patrimonio italiano debba essere messo in comune".

"E' stata fatta la scelta migliore possibile, salvando correntisti, clienti con finanziamenti, dipendenti. Per azionisti e obbligazionisti subordinati l’azzeramento del valore ci sarebbe stato anche se al posto di una risoluzione si fosse lasciata andare la banca in liquidazione". Così, intervistato da 'Libero', il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti.

"Si sarebbe potuto e dovuto prevedere da subito -continua Zanetti- un fondo di tutela per gli obbligazionisti subordinati per i quali risulti provata la buona fede carpita. Gli unici per i quali, in quanto risparmiatori beffati e non investitori consapevoli,una tutela è doverosa. Senza soldi pubblici".

"Con tutto il rispetto per le riforme del Senato e della legge elettorale, la ripresa economica la fanno le imprese e finché le tasse e la burocrazia le soffocheranno, finché la concorrenza sarà un principio astratto e gli investimenti per sviluppo e ricerca saranno ridotti al lumicino, non ci staccheremo dallo zero virgola del Pil". Così, intervistato da 'Qn', il presidente di Alitalia e vice presidente di Unicredit, Luca Cordero di Montezemolo.

Per Montezemolo "bisognerebbe fare sistema. Le sembra possibile che la promozione del turismo, che assieme alla manifattura rappresenta uno dei due pilastri su cui si regge il Paese, sia affidato a un carrozzone pubblico come l’Enit? In un Paese serio l’Enit sarebbe già stato chiuso e la competenza sul turismo sarebbe già stata sottratta alle regioni per riportarla al centro".

"Il primo problema è il lavoro. Quindi il Parlamento e il governo dovrebbero impegnarsi sempre di più sull’occupazione, tutto il resto diventa in questo momento secondario". Così, intervistato da Qn, il presidente della Conferenza Episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco.

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