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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

14 novembre 2017 | 10.30
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Noi abbiamo dato un messaggio molto compatto, molto netto e molto chiaro: ci siamo detti preoccupati perché non sono stati fatti progressi sulle tre questioni principali e ormai resta poco tempo per avanzare proposte concrete e sbloccare la situazione. Abbiamo detto che il tempo delle parole è finito, ora servono impegni scritti". Così, con il 'Sole 24 ore', Emma Marcegaglia, presidente di BusinessEurope, sulla vicenda Brexit.

"Purtroppo non abbiamo avuto -continua- risposte chiare. Sono stati gentili, c’è stato un bello schieramento di Governo e ci hanno ascoltato per oltre un’ora, ma non abbiamo avuto rassicurazioni sull’intenzione di fare progressi sui tre punti, nessun impegno a proseguire spediti per sbloccare la situazione nelle prossime due settimane".

"L’Italia ha un’ottima reputazione nel settore della ricerca biomedica di base: a fronte di inadeguati investimenti pubblici in ricerca e di scarsi finanziamenti privati, i ricercatori italiani sono tra i più produttivi al mondo in termini di pubblicazioni e numerose strutture hanno contribuito e contribuiscono quotidianamente con le loro scoperte allo sviluppo di nuovi farmaci e nuove terapie". Così, in un intervento sul 'Sole 24 ore', Maurizio Bifulco, responsabile scientifico CORPOREA di Città della Scienza, Napoli, sulla candidatura di Milano per l'Ema.

"Per non parlare delle reti di eccellenza ospedaliere che portano avanti studi clinici di rilevanza internazionale. Insomma l’Italia, penalizzata da scelte politiche poco lungimiranti che non hanno nel tempo puntato abbastanza sulla ricerca scientifica per il progresso del Paese, meriterebbe davvero -conclude- questa grande occasione per un rilancio definitivo, concreto e continuativo della ricerca biomedica e della sanità e per la crescita, l’occupazione e il prestigio del nostro Paese".

"L’impresa è l’applicazione di ciò che si impara sui banchi di scuola. Avere persone formate è fondamentale per essere al passo con la rivoluzione di Industria 4.0, c’è bisogno di nuove competenze. È il lavoro che ho fatto sul territorio, per far sì che le pmi non arrivassero impreparate: bisogna investire in innovazione e internazionalizzazione". Così, con il 'Sole 24 ore', Alberto Baban, presidente di Piccola industria di Confindustria.

"Oggi c’è una parte del paese -conclude- che è avanti e compete. E le pmi sono una risorsa: l’innovazione parte dal basso, saranno loro a spingerla".

"C’è piena consapevolezza che senza l’accordo del 2010, l’attuale stabilimento di Pomigliano sarebbe scomparso. Al contrario, è uno dei settori che ha perso meno posti di lavoro. E se la fabbrica ha superato tutti i test, perché è in ballo il futuro di tanti lavoratori? Bisogna dare loro certezze e queste possono derivare dall’introduzione di un nuovo modello da produrre". Lo scrive il leader della Fismic, Roberto Di Maulo, in un intervento su 'Italia Oggi'.

Il leader della Fismic Confsal, nel ribadire la richiesta di avere in tempi brevi le risposte sul futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento, che i lavoratori meritano proprio in virtù dello sforzo messo in campo in questi anni, conclude con uno slogan: "Grazie al sindacato partecipativo la fabbrica di Pomigliano non è morta. Grazie all’impegno dei lavoratori è diventata una fabbrica modello. Insieme, sindacato partecipativo e lavoratori, la porteremo verso il futuro".

"E' un tema delicato, dove è in gioco la coesione sociale del Paese". Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro del Senato ed esponente di Energia per l’Italia, intervistato da 'Avvenire', invita a riflettere bene sull’argomento previdenziale prima di optare per scelte che rischiano di rivelarsi inefficaci e dannose.

Una considerazione a cui si aggiunge il giudizio critico sulla proposta messa sul tavolo dal governo nella trattativa con i sindacati, con l’ammorbidimento dei requisiti per entrare a far parte di alcune categorie esentate dall’innalzamento dell’età pensionabile: "La soluzione del governo -conclude- parte da un approccio sbagliato e sinceramente mi sembra destinata all’insuccesso certamente dal punto di vista delle ricadute nella società".

Giusto adeguare l’età della pensione alle speranze di vita, ma il meccanismo può diventare più equo e si dovrebbe aumentare la flessibilità in uscita per chi è in età avanzata. Gianpiero Dalla Zuanna, demografo, senatore Pd, intervistato da 'Avvenire', guarda il dibattito sulle pensioni con gli occhi di chi conosce bene i rischi, anche previdenziali, di un Paese nel quale nascono sempre meno bambini, che invecchia, e che non riesce a compensare lo squilibrio generazionale con i flussi migratori.

"L’adeguamento automatico dell’età pensionabile alle speranze di vita -continua- ha stabilizzato la quota di Pil destinata alla previdenza ed è irrinunciabile. Un mancato adeguamento avrebbe costi elevatissimi: un solo mese di "sconto" vale 600 milioni, dunque senza scatto la maggiore spesa sarebbe di 3 miliardi. Risorse che vanno trovate attingendo alla fiscalità generale, cioè a carico di tutti, dei giovani e delle generazioni future".

"Se mai ci fosse stato ancora qualcuno in giro con dei dubbi sulla nostra capacità di fare le cose che promettiamo, con questa operazione abbiamo fugato ogni perplessità: questo è l’aumento di capitale che ci assicura la solidità per diventare dei più grandi gruppi bancari del paese". Giorgio Fracalossi, 61 anni, intervistato dal 'Sole 24 ore', ha appena terminato di partecipare all’assemblea straordinaria dei soci di Cassa Centrale Banca.

Il gruppo, che lui presiede, ha appena deliberato l’aumento di capitale ad oltre un miliardo e duecento sessanta milioni di euro. Una mossa indispensabile, quest’ultima, per superare l’asticella del miliardo di patrimonio imposta dalla legge, e assicurarsi così la possibilità di richiedere l’autorizzazione a costituirsi gruppo bancario unico di fronte alla Vigilanza

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