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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

21 marzo 2014 | 10.23
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 21 mar. (Labitalia) - "Dobbiamo distinguere tra il problema contingente dei risparmi posto dalla spending review di Cottarelli e il problema oggettivo della necessità di una ristrutturazione della pubblica amministrazione. Il commissario, pone un obiettivo di 3 miliardi di euro risparmi dal pubblico impiego da realizzare con 85 mila esuberi o con il blocco completo del turn over, noi crediamo di poter raggiungere lo stesso obiettivo evitando entrambe le misure". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', il sottosegretario alla Funzione pubblica Angelo Rughetti.

"Quello che andrà fatto - spiega ancora Rughetti - è un master plan nel quale si facciano anche delle scelte sui servizi prioritari che lo Stato deve fornire massimizzando i dipendenti in queste posizioni e passando dal vecchio concetto di dotazione organica a quello di pianta organica".

"E' vero che la governance economica è stata rafforzata e che siamo ora meglio equipaggiati per prevenire crisi future. Grazie soprattutto al Parlamento europeo l'azione di controllo e correzione degli squilibri delle finanze pubbliche non è più alla mercé di accordi tra Stati che creano eccezioni e deroghe a loro piacimento. Il quadro normativo è ora molto più forte e veramente europeo. Ancora grazie all' intervento del Parlamento europeo sono state create regole per mettere fine ai comportamenti più nocivi del settore finanziario". Lo scrive su 'Il Messaggero' Martin Schulz presidente del Parlamento europeo.

"E' stato creato un sistema europeo -ricorda- di supervisione finanziaria con agenzie indipendenti e sanzioni, anche penali, per comportamenti illeciti e con un possibile rischio sistemico. E' stato posto un limite a un sistema di incentivi distorto per l'assegnazione di bonus a banchieri che tanto avevano contributo, nella fase precedente alla crisi, a creare squilibri sistemici. Il Parlamento ha sostenuto la creazione di una tassa sulle transazioni finanziarie, che ora viene discussa dagli Stati membri. Su questi temi, il confronto è stato a volte aspro".

"Da tempo sono convinto che sia necessario fare molta attenzione al livello di sforzi che si chiedono a ciascun paese. L'Italia, del resto, ha un deficit molto più basso di alcuni paesi della zona euro. Bisogna differenziare gli sforzi che si chiedono sulla base della situazione di ciascun paese, ma anche sulla base del tempo per far rientrare il deficit, per fare in modo che troppo rigore non renda più fragile o addirittura uccida la ripresa e la crescita. Quello di Renzi è un ragionamento che posso comprendere". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero' Michel Barnier, commissario Ue responsabile dei Servizi finanziari.

"L'unico obiettivo statutario del Fei è quello di favorire e assistere le pmi, principalmente attraverso lo strumento delle garanzie, incluse quelle accordate a titoli Abs, e quello del venture capital, che permette di rafforzare la struttura finanziaria tramite apporti di capitale". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Pier Luigi Gilibert, da pochi giorni nuovo chief executive del Fondo europeo per gli investimenti. "Il Fei concede garanzie alle banche -fa notare- per alleviare il rischio-impresa e liberare capitale. In prospettiva, intendiamo aumentare le garanzie concesse su portafogli di prestiti alle pmi, non sulle singole imprese ma su pool di crediti bancari alle aziende di piccola e media dimensione: a fine 2013 avevamo 3,7 miliardi impegnati in oltre 100 operazioni. Operiamo con un plafond che è pari a tre volte il capitale sottoscritto".

"La Cina ha bisogno ora più che mai di questi marchi di ottima qualità, anche se non stranoti come Prada o Armani. Purché made in Italy lo siano per davvero". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Chen Dapeng è a capo di China national garnment association, la potente associazione delle aziende dell'abbigliamento cinesi. "Noi diciamo loro, ai cinesi, venite qui -ricorda- i prodotti italiani li trovate qui, perché qui vi portiamo il meglio del made in Italy. Ma per farlo, per attirarli, ci devono essere tutte le garanzie di qualità. Noi stiamo agevolando gli arrivi degli italiani qui da noi proprio per questo, specie le aziende di medie dimensioni. Molti prodotti italiani, ad esempio tessuti, sono poi confezionati in Cina da aziende cinesi, venduti a cinesi orgogliosi di avere un capo che è anche italiano".

"UnipolSai è ancora la somma di quattro bilanci distinti. Tuttavia dai numeri proforma è possibile leggere i progressi fatti dalla compagnia e le misure ancora necessarie per completare il piano di integrazione". Così, in un colloquio con 'Il Sole 24 Ore', l'amministratore delegato di UnipolSai e Unipol Gruppo Finanziario, Carlo Cimbri. "Abbiamo creduto nel sistema Italia -sottolinea- in un momento assai complicato. Con lo spread a 500 abbiamo comprato Fondiaria Sai e abbiamo aumentato il peso dei titoli di Stato italiani, tutto con una logica di rischio ponderata. Oggi il 76,8% dei 43,9 miliardi investiti in obbligazioni è rappresentato da governativi italiani che, sia in termini di rendimento che di valore, fanno parte di un portafoglio plusvalente".

"Il calcolo è così fatto: normalmente la dimensione media degli appalti che prendiamo è di 500 milioni. Nei prossimi 4 anni andranno in asta 500 miliardi di opere nel settore di mercato di nostro interesse. Puntiamo a vincerne un 5%: sarebbero 25 miliardi di lavori". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' Pietro Salini amministratore delegato di Salini Impregilo. "Non in Italia -precisa- in cima alla lista c'è il Medio Oriente. Poi Australia e Oceania, Africa (che conterà per un quarto dei ricavi complessivi) e infine gli Stati Uniti. Ridurremo, invece la nostra presenza in America Latina. E' un piano che si basa solo sulla crescita organica".

"La riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 e l'evoluzione delle norme hanno creato una stratificazione di poteri amministrativi paralizzante. Non c'è chiarezza di attribuzione di poteri, esistono sovrapposizioni che portano a duplicazioni, rinvii, rimpalli di responsabilità, con il risultato di allungare i tempi in modo inaccettabile, con costi per le aziende, diretti e indiretti, molto superiori agli altri paesi". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' Gaetano Maccaferri vice presidente Confindustria. "Se è vero che le Regioni restano un punto cardine per lo sviluppo dei territori - dice - è necessario che esista una regia nazionale. Inoltre la piena attuazione di un federalismo fiscale, che passa anche per i costi e fabbisogni standard, deve essere coniugata con l'introduzione di meccanismi di controllo per gli amministratori inefficienti".

"E' necessaria una nuova politica italiana ed europea che sostenga entrambi i motori dell'economia: quello esterno con l'export e quello interno attraverso il settore delle costruzioni. Per agganciare la ripresa, dunque, le esportazioni da sole non bastano. Serve l'edilizia, l'unica in grado di favorire il lavoro, l'occupazione e la crescita in modo stabile e in tempi rapidi". Lo scrive su 'Il Sole 24 Ore, il presidente Ance Paolo Buzzetti. "Ciò che interessa alle imprese e ciò che chiediamo all'Europa - insiste - è di favorire il lavoro, garantire pari dignità di diritti per tutti i cittadini europei e promuovere la crescita in tutti i Paesi dell'Unione. E' ora dunque di voltare seriamente pagina e il programma del governo Renzi per la messa in sicurezza delle scuole e del territorio sembra andare nella direzione da noi da tempo indicata per creare subito occupazione, facendo cose utili per il nostro Paese".

"Finalmente un processo riformatore del mercato del lavoro si è rimesso nuovamente in moto, ad iniziare dal tanto atteso Jobs act: è giunto il tempo di scelte decisive e coraggiose sulle riforme del lavoro. Siamo favorevoli alla semplificazione delle assunzioni a tempo determinato ed anche alla semplificazione dell'apprendistato. Molto positivo inoltre il taglio delle tasse sul lavoro dipendente. Sono però ancora poche le misure veramente operative". Così, in un'intervista a 'Il Tempo, il presidente del Movimento Ccristiano lavoratori Carlo Costalli.

Ci sono delle riserve nella Merkel e nell’establishment tedesco nei confronti di alcune cose dell'Italia, l'immenso debito, adesempio. Ma la cancelliera si rende anche conto che Renzi ha una grande forza propulsiva: questa energia,questo dinamismo le piacciono, fanno nutrire speranze che si possa davvero rompere finalmente questa stasi, questo immobilismo italiano. E non dimentichiamoci mai che Merkel è una donna di partito, che conosce bene i sistemi politici. Anche per questo credo che dia un po' più di credito a Renzi". Così, in un'intervista a 'La Stampa', la politologa Claire Demesmay.

"Quel che abbiamo spiegato è che noi non costiamo un euro allo Stato, ma forniamo un servizio essenziale". Così, in un'intervista a 'La Stampa' il presidente nazionale dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani riferendosi alla spending review. "La duplicazione esiste, però non per colpa nostra - ammette - fino al 1994 le competenze tra Aci e Motorizzazione erano ben delineate: a loro quelle tecnico-ingegneristiche, a noi quelle sulla proprietà. Era il tempo del Foglio complementare. E' il nostro pra, infatti, vigilato dal ministero della Giustizia, che fa fede per stabilire la proprietà di un' automobile. Poi la Motorizzazione ha voluto allargarsi. Ed è nata la sovrapposizione".

"Per una loro invasione di campo - continua - ma in fondo una sovrapposizione c'è anche tra il catasto e la conservatoria degli atti notarili. Ora, se il governo vorrà affidarsi a qualcun altro, all'Inps o alla Motorizzazione, faccia pure. Vedremo se saranno più bravi di noi. Ma si sappia che qui lavorano 3600 persone. Se non avremo introiti, dovremo licenziare: il problema si trasferirà immediatamente sotto i balconi di palazzo Chigi".

Dopo tre anni passati alla presidenza di Eni, Giuseppe Recchi si prepara a un altro salto. Telco l'ha appena candidato alla presidenza di Telecom, ma con un libro ('Nuove Energie - Le sfide per lo sviluppo dell'Occidente', edito da Marsilio) fa il punto sulle trasformazioni di un settore, quello dell' energia, che vive pesanti trasformazioni e nuove minacce. E in'intervista a 'La Stampa' riferendosi a Bruxelles sostiene che "Devono anzitutto rivedere gli obiettivi di politica energetica, che fino ad oggi sono stati declinati inseguendo solo l'ideale dell'abbattimento della Co2. I risultati? Non ci sono: gli incentivi hanno fatto lievitare i costi della bolletta elettrica, appesantendo quella italiana, lo scorso anno, di oltre 12 miliardi. Sul piano ambientale il deprezzamento del carbone a seguito del boom dello 'shale gas' ne ha incentivato l'uso, accrescendo l'inquinamento. Né le rinnovabili hanno risolto il problema della sicurezza energetica, essendo per natura intermittenti".

"Da tempo si parla di riforme strutturali sul mercato del lavoro e il contratto che ne avrebbe più bisogno di altri è quello a tempo indeterminato che soffre di una rigidità estrema e di una sostanziale inamovibilità che determina i guai peggiori per il mercato. Mi auguro che si intervenga anche a questo livello, coniugando maggiore flessibilità in uscita con le politiche attive del lavoro. Ad esempio, rendendo il servizio di outplacement obbligatorio per chi dovesse licenziare". Così, in un'intervista a 'Libero', Stefano Colli-Lanzi, ceo di Gi Group.

Sempre in un'intervista a 'Libero' segretario confederale della Cisl Luigi Sbarra sostiene che "condividiamo la convinzione che l'occupazione non si crei con le leggi e pensiamo sarebbe utile concentrare l'attenzione su pochi interventi forti e mirati. Penso alla necessità di aprire una vera discussione sulle politiche attive per il lavoro ed il rafforzamento dei servizi per l'impiego che nonostante annunci e proclami viene sempre rinviata alle calende greche. E soprattutto chiediamo che il governo dia risposte urgenti alla necessità di rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga per evitare ulteriori perdite di posti di lavoro".

"Si chiude l'epoca delle Regioni intese come staterelli, una concezione dell' autonomia spinta al punto da aprire sedi estere o immaginare una storiaveneta da insegnare nelle scuole. Tutto questo è stato spazzato via dalla crisi e dalla globalizzazione, così come l' idea di uno Stato minimo che non interviene nell'economia, nelle politiche industriali e nella mobilità, e che ha trasferito la crisi fiscale in periferia". Così, in un'intervista a 'l'Unità', Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. "Noi vorremmo che, come nel Bundesrat tedesco, ci fosse un vincolo territoriale - afferma - in Germania si vota in base all'appartenenza territoriale, sì o no per tutti i rappresentanti di ciascun Land. Per me è opportuno che il Capo dello Stato nomini nel Senato 21 alte personalità, ma su questo altri presidenti non sono d'accordo".

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