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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

22 agosto 2017 | 09.34
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Nel lungo termine tutto può succedere. Siamo nel mezzo di un cambiamento, siamo in un Paese che fa meno figli e fino a poco tempo fa compensava questo squilibrio con l' immigrazione. È chiaro che andando avanti così nel tempo, i nuovi arrivati, che producono nuove generazioni, tendano a sostituire quelli che c' erano in precedenza. È un dato di fatto. O cambiano certi atteggiamenti verso la democrazia e la famiglia o questo è il destino che dovremmo inesorabilmente subire". Così, in un'intervista a Il Giornale, Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia all'Università degli studi di Milano-Bicocca.

"Per i Comuni siamo passati dai 20 miliardi del 2004 ai 10 del 2014. Per troppo tempo gli enti locali sono stati abituati a non spendere perché le risorse erano poche e vincolate dal patto di stabilità interno. Abbiamo lanciato una sperimentazione importante in 700 Comuni della zona sismica 1, mettendoci 40 milioni in tre anni che i sindaci possono usare per pagare i progetti, prima ancora dell'approvazione del bilancio preventivo. Se funziona, possiamo estenderlo". Così, in un'intervista a La Repubblica, Luigi Marattin, consigliere economico di Palazzo Chigi.

"La qualità degli edifici pessima ma anche la profondità focale della scossa. Insomma, o è molto meno profonda, oppure la magnitudo è sottovalutata o entrambe le cose; potrebbe essere una sottovalutazione complessiva. Penso che tra poche ore l'Istituto nazionale di geofisica ci farà sapere con più precisione. Ischia è zona ad alta pericolosità sismica, ben nota, basta pensare che nel 1883 tutti gli edifici di Casamicciola crollarono, con una magnitudo stimata 5.8 - 6. Pensavo che dopo quel terremoto si fossero fatte costruzioni migliori o forse è stato così solo parzialmente. Si parla di sette edifici crollati, per me qualcosa non torna". Così, in un'intervista a La Stampa, Enzo Boschi, accademico dei lincei ed ex presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, già nella Commissione grandi rischi.

"Senza dubbio sì. Siamo di fronte ad una povertà generazionale da combattere con ogni mezzo. Nella gran parte dei Paesi europei l'incentivo all'ingresso c'è ed è strutturale. E poi serve uno choc affinché il gigantesco stock di risparmio sia spinto verso un nuovo spirito di frontiera imprenditoriale. Ad un certo punto però occorrerà un riordino complessivo degli incentivi: fra superammortamenti, iperammortamenti, sgravi per le assunzioni e crediti d'imposta sulla formazione incrementale si rischia la giungla". Così, in un'intervista a La Stampa, il leader dei metalmeccanici Cisl, Marco Bentivogli.

"Le aziende devono essere incentivate ad avere più giovani. Il problema non sono le conoscenze in quanto tali, ma trasformare le conoscenze in competenze. Chiunque venga assunto nei miei stabilimenti non è in grado di lavorare dal primo giorno. Dobbiamo fargli conoscere le persone, insegnargli a lavorare in team, ma soprattutto dobbiamo formarlo. In alcuni casi sono necessari dai tre ai cinque anni per produrre risultati. Per noi quello è anzitutto un costo e un rischio: nessuno mi garantisce che quel dipendente poi non usi le competenze acquisite e se ne vada altrove". Così, in un'intervista a La Stampa, l'imprenditore Giulio Pedrollo che ha novecento dipendenti in sei stabilimenti fra Veneto, Lombardia e Trentino.

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