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Rassegna stampa:il lavoro nei quotidiani di oggi

21 gennaio 2016 | 10.12
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Rassegna stampa:il lavoro nei quotidiani di oggi

Sulla riforma della contrattazione "la palla è nelle mani delle parti sindacali. Ma il tempo sta per scadere. Se non si sbrigano loro, ci pensiamo noi. E non è una minaccia, ma una semplice constatazione di buon senso". Lo dice il premier Matteo Renzi in un'intervista al Sole 24 Ore.

E sulla legge di stabilità spiega che non c'è "Nessun rischio di dover correggere la manovra appena approvata, "stiamo parlando di qualche decimale di differenza".

"In compenso questa Stabilità -aggiunge il presidente del Consiglio- restituisce molta fiducia all’Italia e agli italiani. Per una volta non ho sentito una critica: Imu, superammortamenti, tasse agricole, welfare aziendale, patto di stabilità per investimenti dei comuni, potrei continuare a lungo. A me sembra una cosa enorme, totalmente oscurata dalle polemiche più o meno giustificate sulle banche. Ma l’Italia c’è, riparte. Con buona pace di chi scommetteva sul suo fallimento".

"Da noi pesa il tema delle banche. Ma mi chiedo: ha senso un crollo così intenso in un paese dove c’è un sistema bancario tutto sommato solido e ci sono istituti al top dei requisiti richiesti? La risposta è no: siamo di fronte a reazioni fuori misura, esagerate, appunto". Così il presidente dell'Eni, Emma Marcegaglia, in un colloquio con 'La Repubblica'

"Attenzione però, perché una Borsa così -continua Marcegaglia- spaventa gli investitori e, alla lunga, impatta pure sulla crescita del paese. Questo inizio d’anno ha già fatto accumulare perdite rilevanti. In poche sedute ci siamo già rimangiati i guadagni del 2015".

"Vedo moltissima incertezza e fragilità. Quando i mercati sono così nervosi, come sta avvenendo in questi giorni, le onde d’urto si trasmettono. E allora può essere davvero pericoloso. Dai colloqui che sto avendo qui a Davos emerge tanta preoccupazione. Anche le analisi che ho letto fanno trasparire questa inquietudine. Lo stesso body language dei miei interlocutori fa capire che non c’è alcuna tranquillità". Così Domenico Siniscalco, economista e già ministro dell'Economia, in un colloquio con 'La Repubblica'.

"I motivi sono tanti -continua Siniscalco- e sono quelli che sappiamo: la frenata cinese, per cominciare, poi il rallenty del Brasile ma anche il drastico calo del prezzo del petrolio. Preoccupa il prossimo referendum del Regno unito e pure le elezioni presidenziali americane possono essere un rischio. Tutti questi elementi insieme sono alla base dell’attuale, difficile momento dei mercati".

"Sui mercati oggi c’è una grande volatilità dovuta a molti fatti che accadono nello stesso momento. Alcuni sono di natura squisitamente economica come per esempio il marcato declino del prezzo del petrolio, o anche le prospettive di normalizzazione della Federal Reserve americana o il quantitative easing della Bce che persiste o la frenata della Cina o la recessione in Russia e via dicendo". E' quanto spiega, in un colloquio con 'La Repubblica', Jacob Frenkel, economista e già a capo della Banca d'Israele.

Per Frenkel "ma all’opposto, l’economia reale del mondo è oggi meno volatile e meno erratica. Sta crescendo, non ci sono dubbi e la disoccupazione scende. E allora? Allora c’è una evidente, marcata disconnessione tra l’economia reale e i mercati finanziari. Ed è arrivato il momento di focalizzarsi sui primi".

"Le conseguenze politiche ed economiche della crisi finanziaria del 2008 sono violente e non sono ancora finite. Si sono viste in Nord Africa e in Medio Oriente e temo che possano riflettersi anche sull’Europa". Lo dice alla 'Stampa' l'economista Niall Ferguson.

Per Ferguson "tendiamo a dimenticare che il mondo attraversa anche periodi di deflazione. In questo caso la situazione peggiora perché il mondo è indebitato come non mai, e così diventa politicamente più difficile far salire i tassi reali, che si rifletterebbero anche su quel debito".

"Se avessimo il dubbio che l’intervento su una banca possa creare instabilità nel sistema finanziario del Paese, certo che consulteremmo la Bce. Ma un aspetto che guardiamo è la quota di mercato, per esempio. Quella di Etruria, Marche, CariChieti e Carife è sì importante nelle loro zone, ma molto limitata in Italia. Dunque anche il rischio di contagio è limitato". Così, intervistata dal 'Corriere della Sera', il commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager.

"Permettetemi di essere riservata -continua- sulle nostre comunicazioni interne. Ma farei molta attenzione a fare collegamenti fra un evento nel settore bancario e quello che succede poi. Il punto è che non siamo né sordi, né ciechi, né insensibili agli effetti sul resto dell’economia di ogni singola decisione su una banca".

"Si tratta di un provvedimento estremamente complesso. Per dare un giudizio definitivo occorre aspettare che tutti gli strumenti normativi siano completati. Per esempio, gli ammortizzatori sociali sono in una fase nella quale ancora non si capisce quale sarà la reale operatività. Possiamo dire che indicatori positivi ci sono e lo dimostrano gli ultimi dati Istat che danno la disoccupazione in calo all'11,3% , grazie anche ai contributi previsti dalla legge di stabilità 2014 (incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato)". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', la presidente del Cup (comitato unitario professioni) e del consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone.

"Nel 2015 indubbiamente le imprese hanno scommesso sulle assunzioni a tempo indeterminato. Peccato che questi incentivi nel 2016 siano stati ridotti".

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