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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

11 aprile 2016 | 10.02
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Poca dimestichezza con il pc, soprattutto tra gli over 55. Tempi lunghi per ottenere il Pin dall'Inps. Dubbi sulla data da indicare nel modulo. Ma anche difficoltà a trovare assistenza, o errori nell' inserire l' e-mail o la Pec del datore di lavoro. Sono questi i principali ostacoli incontrati dai lavoratori nel primo mese di vita del nuovo sistema di dimissioni online (valido anche per le risoluzioni consensuali), entrato in vigore il 12 marzo per effetto del Jobs act (Dlgs 151/2015), che punta a contrastare le dimissioni in bianco, basandosi su una procedura che non può essere derogata da altre modalità di comunicazione(salvo casi specifici, si vedano le schede a lato). A registrare le difficoltà che hanno portato oltre un lavoratore su due a commettere imprecisioni è un' indagine della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro su un panel di 4mila associati". Lo scrive il 'Sole 24 Ore'.

Giorgio Moretti, presidente di Dedalus, tra le aziende leader nella produzione di software e nell' organizzazione sanitaria, non si è pentito di essere sbarcato in Cina. "Gli 800 poliambulatori e i 9 grandi ospedali della municipalità cinese di Daqing, un'area con oltre 3 milioni e mezzo di abitanti a Nord Est della Cina, sono collegati in rete e informatizzati grazie alle nostre soluzioni digitali", dice al Sole 24 Ore. "Nel caso cinese, avviato 4 anni fa, abbiamo risolto il problema dell' interazione di un sistema anarchico come quello sanitario realizzando una soluzione adeguata agli standard internazionali e funzionale alle richieste della riforma sanitaria ancora in atto,che prevede la progressiva informatizzazione delle singole strutture e il raggruppamento in piattaforme regionali".

"Dove c' è un processo decisionale, ci sono degli interessi che chiedono rappresentanza". Fabio Bistoncini è un lobbista da quasi 25 anni ed è amministratore delegato di FB &Associati e dice al Fatto Quotidiano. "Le lobby sono presenti in tutte le democrazie evolute, non è un fenomeno italiano. Si chiede ascolto al decisore pubblico perché prenda in considerazione le proprie istanze. È il fondamento di una società pluralistica". Ma qual è la differenza tra chi lavora in un'azienda di lobbying e chi invece ha un lobbista tra i dipendenti che sfrutta le sue relazioni? "Da un punto di vista tecnico, l'attività è la stessa. Solo che mentre il lobbista in house è concentrato sui bisogni della sua azienda, il consulente ha un ventaglio di diversi interessi da rappresentare".

Franco Gussalli Beretta appartiene a una delle dinastie industriali più antiche al mondo, secondo alcuni studiosi, la più antica in assoluto. Una cosa è certa, la Fabbrica d' Armi Pietro Beretta, di cui è Presidente e Ad, è la prima - nel suo genere - ad essere apparsa sulla faccia della terra. "A partire da mio padre, per arrivare a zii e prozii, nessuno ha mai forzato nulla. Papà insistette solo su due cose: che studiassi e che facessi il servizio militare. Se avessi voluto percorrere altre strade professionali, avrei potuto", dice al Giornale. "Siamo in tanti a rimanere in Beretta. Non mancano casi di dipendenti che lavorano qui da quattro o addirittura cinque generazioni. Sono proprio le persone che da noi fanno la differenza".

"L'Italia è di nuovo la meta principale degli sbarchi.Ecco l' effetto collaterale dell' accordo tra Europa e Turchia". Christopher Hein, consigliere strategico del Cir (Consiglio italiano rifugiati) non nasconde, con 'La Repubblica', la preoccupazione: "La chiusura della rotta balcanica potrebbe far impennare gli arrivi dal Mediterraneo centrale. Un dramma per l' Italia". E "il trend è in crescita", aggiunge. "Siamo già al 53% di arrivi in più rispetto allo stesso periodo dell' anno scorso. Le partenze sono soprattutto dalla Libia, ma crescono anche quelle dall'Egitto con molti minori imbarcati e grandi pericoli per la vita dei profughi".

"L'Italia, come l'intera Europa, deve fare i conti con il cambio di politica della Federal Reserve (Fed), che anziché i previsti quattro rialzi dei tassi nel 2016 non ne farà più di uno o due. Dipenderà dai dati. Le conseguenze dell' inversione di marcia dei primi due mesi dell' anno si sono fatte già sentire sui cambi con il dollaro più debole, e ne soffrono le economie europee a forte export come appunto l' Italia". Nouriel Roubini, il guru nella New York University, conferma a 'La Repubblica' i pericoli di questo nuovo ostacolo che si è posto sulla strada della ripresa e della politica espansiva della Banca centrale europea (Bce), già abbastanza rischiosa del suo: "I tassi negativi stanno diventando controproducenti ", dice Roubini che aggiunge: "I problemi dell' Italia vanno visti nel quadro europeo. Certo, ci sono debolezze intrinseche al Paese, come il fatto che lo sforzo sulla spending review è ancora insufficiente con l' obiettivo di 25 miliardi di tagli nel 2016 molto difficile da raggiungere. Al tempo stesso l' Europa dovrebbe riconoscere che l' Italia sta riducendo il suo deficit".

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