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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

07 settembre 2015 | 10.15
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"In un mondo sempre più complesso, in cui la tecnologia ha un ruolo centrale sia nella sfera lavorativa sia in quella personale, si pensi alla pervasività delle tecnologie informatiche, una formazione di tipo scientifico offre potenti chiavi di lettura della realtà. La capacità di elaborare, a fini decisionali, modelli astratti della realtà e quella di analizzare i fenomeni fisici, sociali e culturali attraverso gli strumenti quantitativi assume, inoltre, una valenza cruciale. Non dimentichiamo però che una solida formazione umanistica di base è altrettanto importante". Così, in un'intervista a 'Il Giornale' Francesco Ferrante, docente di economia e scientific adviser di Almalaurea.

"Il Jobs Act è una riforma importante ma altre cose vanno fatte. Bisogna rimettere mano al sistema giudiziario, per eliminare le incertezze in materia di licenziamento che non fanno bene all'immagine dell'Italia e non attirano gli investimenti stranieri. E poi la riforma delle pensioni". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', Michael Burda, economista con cattedra alla Humboldt University di Berlino.

"Ho grande rispetto per la storia e per le parole, questo termine credo sia stato utilizzato in maniera inopportuna e inaccettabile. La mobilità nel pubblico impiego, anche nel mondo della scuola, è un dato storico e questa legge non la incrementa, anzi nel tempo diminuirà. Si tratta di una mobilità fisiologica nei numeri stabiliti: è il 15% su un totale di 100 mila persone. Francamente chiamarla deportazione mi sembra eccessivo". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', il ministro all'Istruzione Stefania Giannini.

"Altri fenomeni di aggiustamento verranno per parecchi mesi ancora. La Cina sta attraversando una fase di trasformazione cruciale. Sono anni che le autorità dicono che è urgente passare da un modello basato sull'export a uno fondato sui consumi interni, ma la transizione è lunga. La classe media si è formata in Cina non più di dieci anni fa, e ancora oggi equivale come capacità di spesa al 50% del Pil, una cifra inferiore alle maggiori economie". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Linda Yueh, docente di economia sia ad Oxford che alla London Business School, considerata la più prestigiosa economista cinese.

"Molti degli abusi, quasi tutti nel pubblico impiego, derivano dall'applicazione delle vecchie norme. Adesso però si va col contributivo e la cosa è finita. Diverso il discorso relativo all'integrazione che eroga il sindacato: se non è un contributo ragionevole come voleva la legge, ma è spropositato, questa non è più una frode all'Inps ma è una frode agli associati al sindacato. Perché si tratta di aumenti arbitrari quasi mai comunicati agli iscritti. Tant' è che poi ogni tanto qualcuno dall'interno solleva la questione". Così, in un'intervista a 'La Stampa', l'ex ministro del Lavoro Tiziano Treu.

"Ci sono prove evidenti del fatto che una maggiore concorrenza facilita crescita e investimenti, oltre a migliore la qualità dei servizi. L' Italia sta meglio rispetto a qualche anno fa. La crescita torna, lenta ma sicura. Ci sono opportunità da cogliere. Per questo auspico che si lavori meglio sulla concorrenza. Spazzar via i dubbi sui possibili aiuti di stato può dare una spinta a molti settori". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Margrethe Vestager dell'Antitrust Ue.

"Con le regole di assorbimento del capitale e i tassi così bassi il credito, che è l'attività centrale delle banche, è diventato meno attraente di altre attività. Noi continueremo a fare la nostra parte per sostenere i nostri clienti. Ma si deve riflettere su questo perché l'impatto sulle economie può essere rilevante". Così, in un'intervista a 'Affari & Finanza' il numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni.

"In Italia, esiste un vero e proprio problema applicativo, legato non tanto ad una mancanza di interesse nell'adozione di un nuovo modello, ma al fatto che non esiste nel nostro contesto tale modo di concepire l'integrazione del dipendente. Diversamente da casi come quello della Germania, dove la partecipazione è regolata per legge, in Italia vige il solo diritto societario, che dà la possibilità all'impresa di cedere azioni proprie o obbligazioni societarie, ma il punto sul quale stiamo ragionando non è questo". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi Sette', il sottosegretario all' Economia, Pier Paolo Baretta.

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