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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

12 aprile 2017 | 09.33
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Non ho ancora visto nel dettaglio il Def e la manovra correttiva, per cui non posso dare un giudizio circostanziato. Ma certamente l’impegno del governo italiano va nella buona direzione". Così il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker, a 'La Repubblica'. "Siamo continuamente in contatto sia con Gentiloni, che è il buon senso fatto premier, sia con Padoan, che è un ottimo ministro - aggiunge Junker - L’Italia sta facendo grandi sforzi per tenere sotto controllo il proprio deficit pubblico. Tuttavia, sul medio e lungo periodo, per salvare se stessi e l’Unione monetaria, è necessario che gli italiani risanino in modo decisivo le proprie finanze pubbliche e in particolare il loro enorme debito".

Quanto all'ipotesi di un'uscita dall'euro Junker fuga ogni dubbio. "Intanto mettiamo subito in chiaro che escludo un’uscita dell’Italia dall’euro. Detto questo, mi rattrista vedere che il Paese perde competitività di giorno in giorno, di anno in anno. Ci sono riforme strutturali importanti che vanno fatte, sia pure con saggezza. L’Italia deve ritrovare un tasso di crescita che oggi è troppo debole. L’Europa le ha ha dato spazi che occorre saper sfruttare. La flessibilità ha permesso al Paese un margine di manovra senza che la mannaia del Patto di stabilità gli cadesse sul collo".

"I bassi tassi praticati dalla Bce offrono una tregua di cui deve saper approfittare. Abbiamo apprezzato la riforma del mercato del lavoro. Osservo con simpatia la serietà e gli sforzi con cui il governo Gentiloni affronta la crisi delle banche. Noi vogliamo che il sistema bancario italiano esca più forte e robusto da questa fase difficile. Vedo gli sforzi per correggere i conti pubblici. Se prende le iniziative giuste, l’Italia ha tutti gli strumenti per diventare una forza motrice dell’Europa".

"Dopo Industria 4.0, il mio obiettivo prioritario sarà la SEN e il varo del pacchetto energia che punterà a ridurre il differenziale di prezzo dell'energia elettrica pagato dalle imprese italiane rispetto ai concorrenti europei. Nell'immediato, interverremo sulla quota della bolletta (circa il 25%) che costituisce la parte degli oneri di sistema legata agli incentivi per le rinnovabili: li ridurremo in modo deciso sulle industrie manifatturiere più energivore, esposte alla concorrenza internazionale. Siamo in attesa della decisione della commissione Ue. Dobbiamo chiudere il gap con la Germania, e il nuovo schema assicurerà questo risultato". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico.

"La stella polare che avevamo adottato con Prodi, quando ero ministro del Lavoro, è ancora di grande attualità: il lavoro stabile deve sempre costare meno di quello flessibile e, affinché questo diventi realtà, bisogna agire per gradi sulla diminuzione strutturale del cuneo fiscale, se non vogliamo rimanere un Paese agli ultimi posti della classifica sul livello delle paghe e su uno scarso grado di competitività a causa di una struttura retributiva che sembra fatta apposta per colpire l'occupazione". Lo scrive su 'L'Unità', Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera.

"Il bonus mobili al proposito sta dandogli un'impronta positiva. E tenendo conto che circa l'80% delle aziende del settore è costituito da medio- piccole, produrre e vendere il prodotto in Italia è eccezionale. Ho chiesto a Gentiloni che il bonus sia il più stabile possibile, la continuità della manovra è fondamentale per la sua positività". Così, in un'intervista a 'Avvenire', il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini.

"In Portogallo le esportazioni crescono, il debito ha iniziato a scendere, il deficit è al suo livello più basso dal 1974. E il taglio alla tassazione sui salari ha regalato a tutti la percezione di stare meglio. Sappiamo di avere ancora squilibri, ma il percorso virtuoso del paese è chiaro. Draghi ha detto che la Ue sta meglio di altre aree del mondo come fondamentali". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Mario Centeno, ministro delle Finanze portoghese.

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