cerca CERCA
Sabato 20 Aprile 2024
Aggiornato: 00:03
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

07 febbraio 2017 | 10.07
LETTURA: 4 minuti

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Il 2017 è l'anno decisivo. Se ci sarà una drastica riformulazione del Fiscal compact e una condivisione dei rischi della politica monetaria, allora si potrà registrare un rilancio dell'Unione e della moneta unica. Altrimenti, all'Italia converrà prendere seriamente in considerazione l'uscita dall'euro. Innescare un altro ciclo politico in Italia non può che aumentare l'incertezza sui mercati finanziari". Così, in un'intervista a su 'Avvenire' Marcello Minenna, economista della London School of Economics.

"Siamo in questa situazione perché è stata creata per la prima volta una moneta senza uno Stato, provocando i disastri che sappiamo, con effetti tutti deflattivi, imposti dalla Germania per assicurarsi un surplus commerciale. Così Berlino drena risorse a tutta Europa e poi le trasferisce all'estero. Merkel non ha mai parlato di euro a due velocità. Ha accennato a una cosa più complessa: un sistema di alleanze politiche europee differenziate su singoli temi. Ma non si dimentichi che Merkel non ha un pensiero strategico, pensa solo alle elezioni". Così, in un'intervista a 'Il Giornale', Giulio Sapelli, ordinario di storia economica all'università Statale di Milano.

"Nell’Europa a due velocità, l’Italia è naturalmente nel gruppo di testa". Così il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda in un'intervista a 'Repubblica' sull'ipotesi di una Ue a cerchi concentrici rilanciata dal cancelliere tedesco Angela Merkel al vertice di Malta dei giorni scorsi. "Deve essere un’Europa più forte nella dimensione esterna: difesa, commercio, migrazioni", sottolinea il ministro osservando che "ci sono Paesi pronti a fare un passo in avanti mentre altri non lo sono. Prendiamone atto e proseguiamo il cammino. La stessa Italia con l’allora ministro degli Esteri Gentiloni, aveva sposato questa linea un anno fa". Quanto al ruolo dell'Italia, "è un grande Paese fondatore, è naturale che guidi il fronte di chi vuole integrare le politiche che attengono alla dimensione esterna. Anche da un punto di vista di immediato interesse nazionale abbiamo tutto da guadagnare in una gestione congiunta delle politiche di difesa o migratorie" o in tema di commercio, spiega Calenda.

Infine ai movimenti e partiti euroscettici che parlano di abbandono della moneta unica, Calenda dice: "Uscire dall’euro vorrebbe dire un gigantesco e istantaneo impoverimento dell’Italia in una misura ben superiore a quella sperimentata nei sette anni della crisi. Fuori dall’euro il debito pubblico, oggi detenuto dalle istituzioni finanziarie e dai cittadini italiani per oltre il 70%, rischierebbe di diventare insostenibile, con effetti immaginabili su famiglie, banche e imprese. Mi pare uno scenario da incubo per fortuna molto lontano. I manuali della Lega 'su come uscire dall’euro in dieci facili passi' sarebbero comici se non fossero il sintomo del livello raggiunto da un pezzo della nostra classe politica".

"La politica della Bce viene condotta in maniera indipendente e collettiva, avendo come obiettivo la stabilità dei prezzi e non il cambio. La seconda è che le regole del gioco costanti della comunità internazionale, così come sono state definite a livello di G-7 e G-20, prevedono un impegno da parte dei singoli Stati membri a evitare svalutazioni competitive e ad astenersi da dichiarazioni pubbliche unilaterali sul tema. Prima di criticare l'Europa sarebbe saggio rispettare innanzitutto le regole internazionali". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', il governatore della Banca di Francia e membro del board della Banca centrale europea, François Villeroy de Galhau.

"L'eurozona va bene, i numeri dell'economia sono buoni, l'inflazione sale, la spinta è positiva, e la Brexit sta facendo molti danni. Sarebbe un peccato se qualunque tipo di protezionismo interferisse con quella che appare come una vera ripresa. Non ho mai pensato che la moneta unica potesse funzionare in situazioni di stress, e quando è arrivata la crisi ha peggiorato la situazione. Ha provocato instabilità, populismo, nazionalismo, un movimento avverso alla globalizzazione incarnata dall'euro. I prossimi risultati elettorali andranno in questa direzione, e la moneta unica rischia di saltare tra uno e tre anni. Le due velocità sono l'unica possibilità di salvare l'eurozona". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Allen Sinai, presidente di Decision Economics.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza