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Recovery, missioni, cifre e data: il piano inviato all'Ue

07 maggio 2021 | 19.46
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Il Pnrr completo in 2.487 pagine. Il piano dovrà vedere la sua ''effettiva attuazione'' entro il 31 agosto del 2026

(Afp)
(Afp)

Sono 2.487 le pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia, accompagnato dai relativi allegati, inviati alla commissione Europea. Nel documento si ricorda che "il Governo intende richiedere il massimo delle risorse Rrf, pari a 191,5 miliardi di euro, divise in 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Il primo 70 per cento delle sovvenzioni è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento Rrf, mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del pil degli Stati membri registrato nel 2020 -2021 secondo le statistiche ufficiali. L’ammontare dei prestiti Rrf all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8 per cento del reddito nazionale lordo in accordo con la task force della Commissione".

Ricordando le sei missioni, vengono anche definiti gli importi che andranno a ognuna: 59,5 miliardi alla rivoluzione verde e transizione ecologica; 40,3 miliardi alla digitalizzazione, innovazione, competitività cultura e turismo; 30,9 miliardi all'istruzione e ricerca; 25,4 miliardi alle infrastrutture per una mobilità sostenibile; 19,8 miliardi all'inclusione e coesione e 15,6 miliardi alla salute.

Il piano nazionale di ripresa e resilienza dovrà vedere la sua ''effettiva attuazione'' entro il 31 agosto del 2026. Il regolamento, si ricorda, stabilisce delle ''scadenze rigorose, non solo per la definizione, la presentazione e l'approvazione formale di piani nazionali di recupero e resilienza'', da inviare entro il 30 aprile 2021, ''ma anche per la loro effettiva attuazione entro il 31 agosto 2026''.

Presso la presidenza del Consiglio dei ministri starà istituita una 'Cabina di regia' con il compito di ''verificare lo stato di avanzamento del Pnrr e lo stato di avanzamento'' del Piano. In generale, si spiega, sono tre le fasi di attuazione: si parte con la realizzazione degli interventi, che le rispettive singole centrali amministrazioni (ministeri, regioni ed enti locali) dovranno fornire, nell'ambito delle rispettive competenze.

La seconda fase prevede il coordinamento centrale del Pnrr per il monitoraggio e il controllo, in relazione all'attuazione del Piano e la rendicontazione alla Commissione europea. E' prevista l'istituzione di un'apposita struttura presso il ministero dell'Economia, che costituisce il punto di contatto con la Commissione europea per il Pnrr.

Terza fase è, appunto, l'istituzione di una sala di controllo del Pnrr a palazzo Chigi ''con il compito di assicurare il monitoraggio dello stato di avanzamento del Piano, il rafforzamento della cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale, e di proporre l'attivazione di poteri sostitutivi e le necessarie modifiche normative per l'attuazione delle misure''.

E' prevista inoltre l'istituzione di un 'Audit body', cioè un organismo di controllo responsabile per il sistema interno, per ''tutelare gli interessi finanziari dell'Unione e più specificamente per prevenire, identificare, segnalare e correggere casi di frode, corruzione o conflitto di interessi''. Questo organismo è istituito presso il ministero dell'Economia e, pertanto, ''opera in una posizione di autonomia funzionale rispetto agli uffici coinvolti nell'attuazione del piano'', si legge nel documento.

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