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Redditi e lavoro, profondo gap Nord-Sud

14 giugno 2018 | 15.41
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(Fotogramma)
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Le province del Nord, in particolare del Nord-Ovest, detengono il primato delle più alte retribuzioni medie annue dei lavoratori dipendenti. Al Nord, nel 2016 il reddito medio di un lavoratore dipendente è stato di circa 24.400 euro contro i 16.100 euro di un lavoratore del Mezzogiorno, con una differenza di 8mila euro annui. E' quanto emerge dal nuovo indicatore per il benessere equo e sostenibile, bes, delle province pubblicato dall'Istat.

In tutti i casi le retribuzioni medie annue sono cresciute quasi costantemente negli anni, ma con velocità notevolmente diverse: +11,4% al Nord, +3,4% nel Mezzogiorno. Il reddito da lavoro dipendente nella provincia in maggiore vantaggio, Milano, è circa due volte e mezzo quello della provincia più svantaggiata in assoluto, Vibo Valentia.

Le prime 22 province in termini di reddito da lavoro dipendente sono tutte del Nord, ad eccezione di Roma, che è terza in Italia con 23.300 euro circa, dopo Milano (29.600 euro circa) e Bologna (25.600 euro circa); nessuna provincia del Centro o del Nord occupa la coda della distribuzione, in cui invece si concentrano tutte le province della Calabria e della Campania tranne Napoli; Foggia e Lecce per la Puglia; Matera in Basilicata; Trapani, Messina, Agrigento, Enna e Ragusa in Sicilia; le province sarde di Sassari e Nuoro. Differenze si osservano anche all’interno delle aree, in particolare nel Nord-Ovest e al Sud della Penisola, con intervalli che vanno dai 29.600 euro di Milano ai 16.700 circa di Imperia, dai 19.600 di Chieti ai 12.100 di Vibo Valentia.

OCCUPAZIONE - Il tasso di mancata partecipazione al lavoro si attesta al 37% nel Mezzogiorno, un livello pressoché triplo di quello del Nord (12,5%), stando a quanto emerge dall'indicatore sul benessere economico sulle province dell'Istat per il 2017. Forte divario anche nel tasso di occupazione: al 70,6% al Nord e al 47% nel Mezzogiorno.

Nel Nord-Ovest, sono le province di Cuneo, Verbano-Cusio-Ossola, Aosta, Milano, Lecco, Lodi che associano i maggiori tassi di occupazione (tutti superiori al 70%). Nel Nord-Est questo vantaggio riguarda in particolare Trento e Bolzano, la gran parte delle province emiliano-romagnole, Belluno e Treviso in Veneto, Pordenone in Friuli-Venezia Giulia. Bolzano è il territorio in assoluto vantaggio in Italia, con un tasso di occupazione al 78,2%.

Guardando il Centro Italia, il livello della mancata partecipazione al lavoro varia tra il 12-13% delle province toscane e valori ben più ampi per le laziali (ultima Frosinone con il 30%). In nessuna provincia del Mezzogiorno l’occupazione raggiunge il 60% mentre il tasso di mancata partecipazione al lavoro è sempre ben al di sopra del 20%.

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