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Referendum, Parodi (Anm Piemonte): "Sì a modifica carcerazione ridurrebbe tutela vittime"

17 febbraio 2022 | 18.18
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"Chi andrà a votare deve sapere che il referendum che chiede di limitare la carcerazione preventiva, se passerà, sicuramente ridurrà e di molto le garanzie di tutela per le persone offese e per le vittime di reati anche gravi". Così il presidente di Anm Piemonte, Cesare Parodi, interpellato dall’Adnkronos sui referendum sulla giustizia ammessi dalla Corte costituzionale.

"Quello che deve essere chiaro - precisa - è che i magistrati non vogliono questa modifica,  anche se in astratto potrebbe far lavorare loro meno e con meno rischi professionali,  perché abbasserebbe di molto le garanzie per i cittadini vittime di reato. Noi  crediamo nella funzione della giustizia prima di tutto come tutela  dei deboli e delle vittime prima ancora che come punizione dei colpevoli, per cui se dovesse passare questa norma non si venga poi a dire che i magistrati non mettono in carcere chi commette dei reati. I magistrati a questa modifica  si oppongono". 

"Grande soddisfazione", poi il presidente dell’Anm piemontese esprime per l’inammissibilità del referendum sulla responsabilità civile diretta delle toghe. Secondo Parodi, infatti, "sarebbe stato un attentato molto grave al principio di indipendenza della magistratura. E’ evidente - sottolinea - che l’azione diretta può costituire, se utilizzata in un certo modo, uno strumento di pressione in grado di compromettere la libertà di giudizio, creare timore, condizionare fortemente l’operato dei magistrati. E questo - prosegue - non deve essere inteso come una difesa di privilegi dei magistrati ma come una difesa della funzione della magistratura che è finalizzata all’interesse dei cittadini, questo è il messaggio più importante che deve passare".

"I magistrati non devono e non vogliono difendere privilegi di casta - aggiunge - ma essere in condizione di poter dare al Paese e ai cittadini una risposta ottimale in termini di giustizia,  non possiamo essere in accordo con coloro che hanno presentato proposte di modifica che  in realtà potrebbero costituire dei limiti alla effettiva tutela che il sistema giustizia deve offrire ai cittadini".

Quanto allo stop al cambio di funzioni tra giudici e pm, Parodi osserva ancora: "Capisco le motivazioni ideologiche di chi propone questa modifica e le rispetto anche se non le condivido. Se invece si vuol far passare l’idea che la separazione delle carriere migliorerebbe il funzionamento della giustizia è un’illusione, è una questione ideologica che non ha riscontro con la realtà. Il pm è parte della giurisdizione, quindi deve essere a tutti gli effetti un magistrato e non diventare un super poliziotto come qualcuno forse vorrebbe non rendendosi conto che un pm di quel tipo non potrebbe fornire le stesse garanzie che, al contrario, oggi devono essere assicurate. La parità delle parti non si ottiene attraverso una modifica di etichette, ma attraverso delle buone leggi e il rispetto da parte di tutti dei propri ruoli", conclude.

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