"Non sono in grado di essere quello che rimane nella palude". "Se devo stare a galleggiare, non ci sto". Il premier Matteo Renzi, intervenendo a 'Che Tempo che fa', risponde così alle domande rispetto al suo futuro in caso di vittoria del No al referendum. "Sto al potere finché posso cambiare, altrimenti vengano altri, i professionisti del galleggiamento", ribadisce, pur non volendo rispondere in maniera più esplicita. Il premier dice anche di condividere il documento del Pd sulla legge elettorale, ricordando però che il tema del referendum è un altro, "Sono d'accordo, ma non c'entra niente con il referendum", e che "questo referendum non è il congresso del Pd".
In mattinata, a Napoli, aveva spiegato qual è il senso che dà al referendum. "Come vogliamo definire il futuro? Alcuni dicono con un nuovo passaggio elettorale, altri con nuovi sviluppi politici e istituzionali. Io intendo il passaggio del 4 dicembre come un momento in cui si fa chiarezza".
"La semplificazione del 4 dicembre non è solo il taglio delle poltrone, che è innegabile", ha spiegato il premier aggiungendo: "Se il 4 dicembre si definisce un sistema istituzionale più semplice, tu puoi aprire un ragionamento diverso".
"Vogliamo affrontare il futuro?", ha chiesto Renzi. "Viviamo nell'era delle previsioni e invece poi accadono cose imprevedibili. Chi avrebbe mai immaginato il successo di Trump? Solo una puntata dei Simpson. Eppure non solo si è candidato, ma ha vinto", ha spiegato ancora il premier aggiungendo: "Siamo in un grande tsunami e visto che c'è lo tsunami lo vogliamo cambiare o no questo futuro?".
Il premier ha parlato anche delle polemiche relative alle lettere inviate agli italiani all'estero in vista della consultazione: "Pur di non parlare del quesito, ogni giorno ne inventano una. Come per la lettera agli italiani all'estero, cosa che in passato avevano fatto sia Berlusconi che Bersani".
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