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Regeni, presidente commissione Esteri egiziana: "Novità su indagini entro 1-2 mesi"

24 gennaio 2017 | 14.02
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"Presto", nel giro di "uno o due mesi", ci saranno novità sulle indagini riguardanti l'uccisione di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano trovato morto, dopo aver probabilmente subito pestaggi e torture, il 3 febbraio 2016 in un fosso alla periferia del Cairo lungo la strada per Alessandria, dopo essere sparito il 25 gennaio. E' la previsione di Ahmed Said, presidente della commissione Affari Esteri del Parlamento della Repubblica araba d'Egitto, che oggi - a un anno dalla scomparsa del ricercatore - a Bruxelles ha partecipato ai lavori della commissione Affari Esteri del Parlamento europeo.  

In Egitto, afferma Said a margine dei lavori, l'uccisione di Regeni "è una grande questione. Gli egiziani stanno mettendo molta pressione, anche prima del Parlamento, sul governo e sugli apparati di sicurezza, per conoscere la verità. Onestamente siamo stati confidenti nei mesi passati, perché ci sono state dichiarazioni dagli investigatori sia in Egitto che in Italia, che dicono di essere fiduciosi negli sviluppi delle indagini". 

"Non voglio mischiare le cose - continua Said - e voglio aspettare i risultati delle inchieste. Penso che qualcosa verrà annunciato presto, perché l'Italia non dimenticherà una cosa del genere. Penso che ci vorrà un mese o due prima che le cose si chiariscano. Non può andare avanti per sempre: è una questione che interessa all'opinione pubblica in Italia e anche in Egitto. Penso che sia una cosa che è diventata estremamente sensibile per la politica in Italia e nessun governo permetterà che la verità venga insabbiata o che si ignori il caso Regeni. Non è un caso normale".

"Domani - continua Said - sarà il primo anniversario della morte. Per l'Egitto è stato un avvenimento drammatico, che non viene facilmente dimenticato e non viene preso alla leggera dagli egiziani. Se un italiano viene in Egitto, ferma un tassista e chiede il nome dell'italiano ucciso, sicuramente gli viene risposto 'Regeni'. Tutti conoscono quel caso: non lo dico per ottenere simpatia, ma c'è molta pressione sulle autorità perché la verità venga fuori".

"A nome degli egiziani e del Parlamento egiziano - prosegue Said - vorrei anche tentare di porgere le mie più profonde condoglianze al signor e alla signora Regeni, i genitori di Giulio. Nessun genitore dovrebbe mai dover trovare il proprio figlio in quelle condizioni. Prometto di fare del mio meglio, come parlamentare, perché questa storia venga risolta, una volta per tutte".

"I rapporti con l'Italia - aggiunge il presidente della commissione Affari Esteri del Parlamento egiziano - sono molto forti. Quando Regeni scomparve, avevamo un ministro italiano in Egitto che discuteva di temi economici (Federica Guidi, allora ministro dello Sviluppo economico del governo Renzi, che al ritrovamento del cadavere sospese la visita in corso al Cairo, ndr). E' un rapporto molto forte: abbiamo forti investimenti italiani nel campo del gas e dell'industria. Gli egiziani sono molto amichevoli verso gli italiani. Spero molto che l'ambasciatore italiano venga al Cairo e che l'ambasciatore egiziano vada presto a Roma".

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