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Fi: cresce malumore 'fittiani', D'Anna 'contesterò a giudice poteri Rossi'

27 marzo 2015 | 17.07
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Il senatore vicino ai 'ricostruttori' è pronto a lanciare la sua battaglia in Campania per denunciare la "violazione dell'articolo 49 della Costituzione" e "l'illegittimità della delega" conferita alla fedelissima di Berlusconi per la disponibilità del simbolo del partito e la formazione delle liste

Vincenzo D'Anna
Vincenzo D'Anna

Sempre più ai ferri corti 'fittiani' e fedelissimi di Arcore. In casa Forza Italia, ormai, la resa dei conti è vicina, tra minacce di epurazioni e veleni per le regionali. Nel mirino dei 'ricostruttori' i poteri del tesoriere unico azzurro, Mariarosaria Rossi, sulla disponibilità del simbolo e la formazione delle liste. I malumori più forti arrivano dalla Puglia, feudo elettorale di Raffaele Fitto, di fronte al ''commissariamento a testa bassa'' di Luigi Vitali e dalla Campania, dove il senatore di Gal, Vincenzo D'Anna, a quanto apprende l'Adnkronos, è pronto a contestare anche giudiziariamente la ''legittimità e validità della delega conferita alla senatrice Rossi per la gestione del simbolo di Fi e la formazione delle liste''.

''Non è accettabile che Forza italia -avverte D'Anna- possa essere considerata come una proprietà privata del presidente Berlusconi. E non è accettabile che chi viene nominato da Berlusconi possa disporre del partito allo stesso modo, in spregio a qualsiasi norma statutaria. Nessuno pensi poi di violare l'articolo 49 della Costituzione, che impone una gestione con metodo democratico di ogni movimento e associazione politica''.

Per questo, annuncia il senatore campano vicino all'area Fitto, ''sono pronto la prossima settimana a contestare in Campania davanti al giudice competente i poteri e la legittimità della carica attualmente ricoperta dalla senatrice Rossi. Di conseguenza, la non validità delle deleghe da questa conferite ai coordinatori regionali per la composizione e la presentazione delle liste alle regionali e alle amministrative. Un partito che beneficia del finanziamento pubblico, ovvero dei soldi dei contribuenti, ha il dovere di rispettare la carta statutaria e i principi gestionali indicati dalla Costituzione. Fi -sottolinea D'Anna- è il partito liberale di massa e non il partito leninista di classe''.

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