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Regionali, Meloni: "FdI unico partito cresciuto"

22 settembre 2020 | 08.24
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"Abbiamo fatto tutto quello che si poteva per contribuire a grandi risultati. Contro tutto e tutti"

(Fotogramma)
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“FdI è l’unico partito che è cresciuto in tutte le regioni al voto: siamo passati dal 6% al 19% nelle Marche, in Liguria raddoppiamo, in Toscana siamo al 14% dal 5%, in Puglia noi più la lista Fitto siamo al 20%. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva per contribuire a grandi risultati: il centrodestra governa in 15 regioni su 20, abbiamo vinto due collegi delle suppletive e uno con un nostro candidato. Contro tutto e tutti”. Così al Corriere della Sera la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

“Noi abbiamo lottato per vincere ovunque, non certo per partecipare - afferma Meloni - È ovvio che saremmo stati più felici di vincere anche in Toscana e in Puglia, ma abbiamo dovuto combattere contro tutto, con le sfilate del governo che andava a promettere i soldi del Recovery fund se si fosse ‘votato bene’, mentre in Puglia si mandavano volantini ai malati oncologici e si assumevano persone a tre giorni dal voto... È stata una battaglia durissima”.

Sul risultato referendario, Meloni dice che “la vittoria del Sì ci rende soddisfatti, ma non si azzardino nel M5S a politicizzare a loro vantaggio questo voto. Fosse stato per noi non si sarebbe nemmeno fatto, nessuno dei nostri ha sostenuto con la sua firma la richiesta di referendum. Lo hanno voluto loro per nascondere la débâcle del Movimento alle Regionali, ma hanno ottenuto l’effetto contrario. Perché pur di andare contro il governo, moltissimi hanno votato No. Così il No, che sulla carta avrebbe preso più o meno il 5%, ha raggiunto un risultato clamoroso".

Quanto all’ipotesi di voto anticipato, la leader di FdI dice che “è sempre più evidente il disallineamento tra questo Parlamento, anche numericamente dopo il referendum, e le forze che ne fanno parte. Non rispetta più la volontà popolare. Ed è vero che il taglio del numero dei parlamentari andrà completato con una riforma costituzionale più ampia, ma non possono essere questa Camera e questo Senato a portarla a termine. Come riformare lo Stato dovrà essere uno dei temi della campagna elettorale insieme ad altri importantissimi per il nostro futuro. E noi di Fratelli d’Italia ci batteremo per il presidenzialismo che è l’unico che dà garanzie democratiche, di stabilità ed efficienza al massimo livello".

“Quello che non mi aspetto – continua - è che, il giorno del voto, possano uscire ricostruzioni giornalistiche, non smentite dal Quirinale, secondo le quali il capo dello Stato non avrebbe sciolto le Camere nemmeno se avessimo vinto in tutte le regioni. È una cosa che mi ha molto stupito, sia nel merito, perché significherebbe ignorare la volontà popolare, sia nel metodo perché certe cose possono pesare a urne aperte. Aspettavo una smentita del Quirinale di quelle indiscrezioni, sono stupita che non sia arrivata”.

"La nostra proposta è facile e di rapida approvazione - afferma -: non si devono ridisegnare tutti i collegi elettorali, operazione per la quale servirebbe molto tempo che loro vorrebbero guadagnare. Basta mantenere gli attuali collegi e diminuire la quota proporzionale sulla base dei nuovi numeri, come da nostra proposta depositata. In pratica, cambierebbe la proporzione tra eletti con il maggioritario ed eletti con il proporzionale a favore dei primi: ci si mette poco e non si stravolge il sistema in senso antistorico”.

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