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Lavoro: Regus, in Italia 'smart working' possibile per 5 mln

10 novembre 2016 | 17.08
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Lavoro: Regus, in Italia 'smart working' possibile per 5 mln

Sembra un ossimoro, ma non lo è: anche il posto fisso diventa sempre più mobile. E’ la logistica che cambia con lo smart working: secondo un’indagine Regus, il 72% dei manager in tutto il mondo - in Italia il 58% - si dice favorevole a un'organizzazione flessibile del lavoro. La svolta epocale, che in molti casi significa lavorare 'da remoto', incide in maniera significativa sull’evoluzione organizzativa del lavoro, come conferma il 75% del campione globale e l’80% degli intervistati italiani.

Secondo l'indagine Regus, peraltro, circa il 23% del totale degli occupati, ossia almeno 5 milioni di lavoratori, potrebbe svolgere attività professionale in modalità smart working. Rispetto al 2013 il fenomeno è in crescita e gli smart worker nelle aziende con più di 10 addetti sono aumentati di circa il 40%, passando dal 5% al 7% del totale dei lavoratori. Per le imprese la tendenza in atto si traduce in una riduzione di costi fissi e non è un caso che il 60% (58% in Italia) degli intervistati confermi di aver riscontrato un incremento di questo nuovo modo di lavorare, che, secondo il 68% del campione complessivo e il 54% di quello italiano, ritiene possa attrarre e trattenere i migliori talenti.

In relazione a questa tendenza, emerge la necessità di essere sempre connessi: il 21% di manager e professionisti intervistati, per l’indagine Regus, dichiara di lavorare anche 15 ore in più alla settimana, attraverso l’utilizzo di dispositivi digitali, lavorando in modalità smart working. Il giorno lavorativo più lungo è il lunedì, secondo il 14% degli intervistati in Italia, che lo considera la giornata che richiede un impegno lavorativo per un tempo maggiore rispetto agli altri (il 16% della media intervistati a livello mondiale). Al secondo posto, a sorpresa, si piazza il sabato, segnalato dal 12% del campione italiano.

Grande importanza per lo sviluppo del fenomeno è la dimensione aziendale, in quanto nel 2016 i progetti strutturati sono cresciuti nelle grandi organizzazioni in maniera significativa rispetto al 2015, passando dal 17% al 30% nel panel d’indagine, mentre nelle pmi solo il 5% del campione analizzato ha avviato iniziative strutturate in quest’ambito.

Dunque, la strada è tracciata e l’evoluzione è in fase di crescita: infatti, solo nel 25% delle grandi organizzazione questa modalità di lavoro è considerata a regime, nel 40% è in fase di estensione e per il rimanente 35% muove i suoi primi passi nell’azienda. Su tutto emerge un dato significativo, ossia tra le imprese che non hanno ancora adottato lo smart working, il 97% ha in programma l’adozione di uno studio di fattibilità.

L’innovazione e le tendenze sul lavoro, i giovani talenti e le start up sono alcuni degli argomenti oggetto del convegno organizzato a Torino da Regus in occasione dell’inaugurazione dei nuovi spazi business della multinazionale. “Torino è una delle città in cui comincia a crearsi una rete molto articolata - commenta Mauro Mordini, country manager Regus per Italia e Malta - dove start up e aziende più complesse possono interagire. Anche in Piemonte percepiamo in maniera netta la volontà da parte di imprese e professionisti di adeguarsi alle nuove esigenze del lavoro e aprirsi all’innovazione. Con quella che inauguriamo oggi - sottolinea - abbiamo 3 sedi, 118 uffici, 333 postazioni lavoro, 40 postazioni di coworking, 3 lounge e 12 sale meeting”.

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