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Reintrodotta aggravante mafiosa per il clan Fasciani

04 febbraio 2019 | 15.37
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(Fotogramma)
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Il clan Fasciani di Ostia è un'organizzazione mafiosa. Lo ha stabilito la Corte di Appello di Roma che ha reintrodotto l’aggravante del metodo mafioso al termine del secondo processo d'appello nei confronti di 13 imputati riconducibili al clan del litorale romano accusati, a vario titolo, di reati che vanno da quelli per droga, all'usura ed estorsioni. Sono state comminate condanne per oltre 160 anni. Il processo era tornato in Appello dopo che la Cassazione aveva ordinato di svolgere un nuovo dibattimento per valutare l'esistenza dell’aggravante di mafia che in secondo grado era caduta. Lo scorso ottobre il pg Giancarlo Amato aveva chiesto condanne per quasi 180 anni complessivi.

LE CONDANNE - Ventisette anni e 10 mesi di carcere per il capofamiglia Carmine Fasciani, la condanna più alta stabilita dalla quarta sezione della Corte di appello di Roma. La moglie del ‘boss’, Silvia Franca Bartoli è stata condannata a 12 anni e 5 mesi, le figlie Sabrina e Azzurra, rispettivamente a 11 anni e 4 mesi e 7 anni e 2 mesi, il fratello Terenzio a 8 anni e 6 mesi e il nipote Alessandro a 10 anni e 6 mesi. Condannati inoltre Riccardo Sibio a 25 anni e 3 mesi, Luciano Bitti 13 anni e 3 mesi, John Gilberto Colabella a 13 anni, Mirko Mazzoni a 10 anni, Danilo Anselmi a 7 anni, Eugenio Ferramo a 10 anni e Gilberto Inno 7 anni e 1 mese.

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