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Renzi in Iraq: "Un genocidio come a Srebrenica"/FOTO

20 agosto 2014 | 11.32
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Il presidente del Consiglio prima a Baghdad poi a Erbil, dove ha incontrato il presidente curdo Barzani: ''Vinceremo la battaglia contro i terroristi''. Poi: "Ue non è solo spread''. Sì delle Camere alle armi ai curdi Mogherini: "Intervenire è dovere morale"

Renzi con il presidente curdo Barzani (Flickr/Palazzo Chigi)
Renzi con il presidente curdo Barzani (Flickr/Palazzo Chigi)

Prima a Baghdad, poi a Erbil, terra dei curdi perché ''l'Europa non è solo spread e vincoli'' e davanti a un ''genocidio'' non può ''permettersi di stare in silenzio''. Missione lampo del presidente del Consiglio Matteo Renzi in Iraq (FOTO/Diario della giornata). "L'Europa in questi giorni deve essere qui, altrimenti non è Europa, perché chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre", ha detto il presidente del Consiglio dopo aver incontrato il premier uscente iracheno Nouri al Maliki nel palazzo presidenziale, dentro la zona verde della capitale.

A margine degli incontri, Renzi avrebbe sostenuto come l'integrità della regione e dell'Iraq sia fondamentale per la stabilità di tutta l'area. Renzi ha poi rimarcato l'opportunità costituita dal nuovo governo guidato da al-Abadim che, nelle parole dello stesso primo ministro incaricato, sarà di grande coalizione. La conversazione, riferiscono le fonti, è stata molto concentrata sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, con riferimento anche all'assassinio del giornalista americano Foley.

Dopo Baghdad, seconda tappa a Erbil. ''L'Europa non è solo spread e vincoli. È nata per difendere una certa idea di mondo e di dignità dell'uomo Ecco perché siamo qui oggi #Erbil'', scrive Renzi su twitter prima dell'atterraggio nella capitale della Regione autonoma curda, dove ha incontrato il presidente regionale del Kurdistan iracheno Mas'ud Barzani.

La battaglia contro il terrorismo "sta nel cuore stesso dell'Europa, non ai suoi confini. L'Europa sa bene da che parte stare, come ha dimostrato nel recente Consiglio degli Affari Esteri a Bruxelles. Questa battaglia noi la vinceremo, voi la vincerete", avrebbe detto Renzi durante l'incontro nel palazzo presidenziale con il presidente Massoud Barzani e il primo ministro. Un incontro avvenuto mentre a Montecitorio arrivava il voto positivo del Parlamento sull'invio di armi ai combattenti curdi impegnati contro le milizie islamiche radicali dell'Isis.

Prima di lasciare il paese, il premier ha paragonato quel che sta avvenendo in Iraq al massacro dei musulmani bosniaci da parte delle truppe serbe di Ratko Mladic, avvenuto a metà degli anni '90. "Avevo 20 anni, mi ricordo Srebrenica, dove si compì un genocidio - ha detto ai microfoni di SkyTg24 - la comunità internazionale rimase zitta a guardare e i caschi blu silenti. Oggi ci troviamo in una situazione simile: quello che sta avvenendo in alcune aree dell'Iraq e della Siria è la stessa cosa, un genocidio''. Di fronte a questo, ha aggiunto, ''credo che l'Europa possa permettersi tutto tranne che il silenzio. L'Europa non è solo il trattato di Maastricht, non è solo lo spread ma è un'idea di mondo". ''L'Italia ha mandato aiuti umanitari, continuerà a farlo - ha assicurato - invierà armi ai combattenti curdi. L'Europa deve vedere che la battaglia non è alla sua periferia, ma nel cuore dell'Europa stessa". Il premier ha poi sottolineato come sia fondamentale consentire "ai rifugiati di tornare a casa" e alle popolazioni piegate dalla guerra "di vivere in pace nelle loro terre".

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