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Renzi due ore a colloquio al Colle ''Sabato il governo, lunedì fiducia''

19 febbraio 2014 | 21.40
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Renzi due ore a colloquio al Colle ''Sabato il governo, lunedì fiducia''

Roma, 19 feb. (Adnkronos/Ign) - Due ore di colloquio tra il presidente del Consiglio incaricato e Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato, rende noto un comunicato del Colle, ha ricevuto in serata al Quirinale Matteo Renzi, che ha informato il presidente della Repubblica sull'attività in corso "ai fini dell'adempimento dell'incarico ricevuto".

Renzi, accompagnato dal ministro Graziano Delrio, è andato per riferire dell'esito dei colloqui per poi, ha detto mercoledì pomeriggio il segretario del Pd, "intendo prendermi la giornata di giovedì per la redazione di un documento programmatico".

"Sabato scioglierò la riserva e chiederò ai presidenti di Senato e Camera di recarmi in aula a partire da lunedì della prossima settimana" per la fiducia. E' questa l'agenda di Renzi dettata in conferenza stampa al termine delle consultazioni. In serata, come annunciato, il premier incaricato è salito al Quirinale per incontrare il capo dello Stato.

A Montecitorio dopo l'incontro con Beppe Grillo, il premier incaricato ha preso la parola per spiegare che "dopo un giorno e mezzo molto tosto di incontri, dialoghi, approfondimenti programmatici sono decisamente convinto che ci siano le condizioni per fare un ottimo lavoro".

"La maggioranza di riferimento - ha aggiunto - è quella che ha sostenuto il governo guidato da Enrico Letta. con il quale collaboreremo sia in questa fase che nella prossima".

Renzi ha poi elencato le riforme: "Taglio ai costi della politica, riforme costituzionali nel mese di marzo, poi il mondo del lavoro ad aprile, a maggio il fisco e la Pubblica amministrazione e poi tutti i temi legati alla organizzazione della giustizia". Il premier incaricato ha sottolineato il fatto che bisognerà "arrivare a luglio con l'appuntamento del semestre in modo da raccontare cosa l'Italia chiede all'Europa e non cosa l'Europa vuole dall'Italia".

In mattinata il primo a varcare il portone di Montecitorio è stato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. All'incontro, slittato di mezz’ora sull’orario inizialmente concordato, erano presenti anche i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani.

''Questo Paese ha bisogno di governabilità, ha bisogno di diventare un paese governabile'', ha detto il Cavaliere al termine delle consultazioni sottolineando che sulle riforme istituzionali e su quelle "del lavoro, delle pensioni, fiscale, della giustizia, abbiamo dato al presidente incaricato la nostra assoluta disponibilità a lavorare insieme".

A partire dalla legge elettorale che va approvata "secondo i tempi previsti", e "non ci sono possibilità di cambiamenti, perché già è stata una discussione sofferta e già noi abbiamo aderito a delle richieste, per esempio sugli sbarramenti, che sono scesi a dei livelli che noi pensavamo non dovessero essere così bassi".

"Su quella che è la gestione normale - ha aggiunto l'ex premier - siamo invece un'opposizione che deciderà di volta in volta, come abbiamo già dimostrato nel passato": quindi, "se riterremo che i provvedimenti saranno favorevoli al Paese noi li voteremo, non li voteremo se riterremo invece che siano negativi per gli interessi degli italiani".

Per il Cavaliere, in particolare, "c'è un'esigenza immediata e assoluta di avere una sola Camera che approvi i disegni di legge", entro "120 giorni, possibilmente ridotta nel numero di componenti". E' poi "assolutamente importante rivedere l'assetto costituzionale per dare al presidente del Consiglio gli stessi poteri che hanno i suoi colleghi in altri Paesi'' e per "l'elezione diretta del capo dello Stato''.

Infine Berlusconi ha auspicato una revisione della legge sulla "par condicio" che consenta ai grandi partiti di avere durante le campagne elettorali in radio e in televisione uno spazio che corrisponda alla loro importanza numerica per esempio in Parlamento.

Quanto alla squadra di governo, "siamo d'accordo su un ringiovanimento. Ho avuto il piacere d'incontrare un presidente incaricato che ha esattamente la metà dei miei anni e mi sembra un buon segnale per il futuro del Paese e il rinnovamento della classe dirigente''.

L'agenda degli incontri è proseguita con il Pd. ''Abbiamo espresso al presidente incaricato la condivisione dei gruppi parlamentari rispetto alla sfida che si profila. La sfida di affermare un governo di svolta, un esecutivo che riesca in maniera molto incisiva a dare risposte alle grandi questioni riguardanti gli italiani. A partire dalla questione del lavoro, dello sviluppo e della crescita'' ha detto il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza. In questo passaggio, ha aggiunto, c'è ''una piena assunzione della politica, e in particolare del Pd'' della respopnsabilità di creare un ''nuovo rapporto tra politica e cittadini: da questo punto di vista la sfida delle riforme è assolutamente centrale''. Per il Pd occorre ''dimostrare che la politica ha la capacità di autoriformarsi''.

''Dentro questa legislatura, bisogna dare un segnale forte di democrazia decidente e con nuovo impulso riformista superare la stagione delle riforme annunciate e non fatte'', spiega. E su questi punti ''siamo convinti che il governo dovrà aprire una stagione nuova'', ha concluso Speranza assicurando il sostegno convinto dei gruppi di Camera e Senato del Pd.

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