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Chi seguirà Renzi?

17 settembre 2019 | 09.38
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Da Bellanova a Giachetti, che resta e chi lascia il Pd dopo l'addio dell'ex premier

(Afp)
(Afp)

Matteo Renzi ha ufficializzato la sua scelta di lasciare il Pd. La sfida è quella di "costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso" spiega in un post su Facebook. Ma chi sono questi altri? Di sicuro una è Teresa Bellanova che, come spiega nell'intervista a Repubblica, sarà la capo delegazione nel governo: "Una leader politica, oltre che una ministra".

"Ho sempre detto in questi giorni che al momento opportuno avrei detto da che parte sto con la franchezza che mi caratterizza. Sto con Matteo Renzi", scrive su Facebook il ministro alle Politiche agricole Teresa Bellanova, dicendosi certa che il nuovo progetto politico capitanato dall'ex premier e già segretario dem "non mette in crisi il Governo ma lo rafforza". Quello di Renzi, sottolinea Bellanova nel suo post, è "un progetto politico ambizioso. Guarda al futuro del Paese e dell'Europa, nel tentativo di interpretare e catalizzare quello che nella società italiana nasce e si muove e non trova più interlocutori competenti, affascinanti e credibili tra le forze politiche. Per questo la parola scissione è fuori luogo e pericolosa per interpretare quello che sta avvenendo. Non è scissione ma sincera presa d'atto di una difficoltà di coesistenza tra anime diverse che in questi anni si è fatta sempre più evidente".

Tra i deputati coinvolti nell'operazione c'è anche il vicepresidente Ettore Rosato che questa mattina a 'Omnibus' su La7 ha spiegato che "non è stata una scelta facile per nessuno di noi a cominciare da Renzi. Io sono stato uno dei soci fondatori del Pd e non ho mai fatto politica 'per' il partito ma 'con' il partito. Intendo dire che il partito è uno strumento della politica, non il fine della politica. Ogni collega deciderà in autonomia, nelle prossime ore verranno formalizzati i gruppi, in maniera da essere chiari e non dare adito a discussioni che non hanno senso". "Siamo un gruppo affiatato di amici - ha aggiunto Rosato - in sintonia tra di loro, che pensano si possa fare politica senza avere la necessità di perdere il 90% del tempo in discussioni. Vogliamo cambiare, dedicando il nostro tempo ai bisogni del Paese, dove c'è tanto da fare".

"Ho firmato l'appello di Matteo Renzi per una nuova Casa. Innovativa, giovane, femminista", fa sapere su Twitter Ivan Scalfarotto.

Tra i deputati coinvolti nell'operazione ci sarebbe anche Maria Elena Boschi, la sottosegretaria Anna Ascani, Michele Anzaldi, Luigi Marattin (in pole come capogruppo), Silvia Fregolent, Mauro Del Barba, Carmelo Miceli. Con l'ex segretario anche il deputato Luciano Nobili, che a Sky Tg24 afferma: "Se Renzi e noi avessimo deciso di fare questa operazione nel corso della formazione di questo governo sarebbe stata solo un’operazione per provare a strappare un ministro o un sottosegretario in più. Quell’argomento di trattativa non ci interessava, era giusto che il Pd indicasse la delegazione di Governo. Farlo più avanti sarebbe stato un errore perché avrebbe indebolito il governo. La scelta di farlo nel giorno in cui si è chiusa la formazione del governo, significa esattamente che non vogliamo poltrone e non vogliamo minare il percorso che verrà".

Tra i parlamentari che seguono Renzi anche Roberto Giachetti che ieri mattina ha pubblicato un video su Fb per annunciare intanto le dimissioni dalla Direzione dem in quanto "frontman" del no ad ogni ipotesi di accordo con i 5 Stelle: "Non è da oggi che Matteo Renzi e alcuni di noi vengono considerati un corpo estraneo all'interno del Pd", ha detto a Circo Massimo su Radio Capital, "c'è stata una piccola pausa quando siamo stati in segreteria, ma sono in questo partito da dieci anni e già prima non mi consideravano omogeneo dal punto di vista culturale".

Via con Renzi anche il senatore Davide Faraone: "Ne ho sbagliate tantissime nella mia vita, ma ho sempre fatto - scrive su Facebook allegando uno scatto insieme all'ex segretario dem - ciò che il mio cuore mi diceva di fare. Gioia e determinazione hanno contraddistinto ogni mia azione. Magari avessi percorso altre strade che sapevo essere meno tortuose, sarei comunque arrivato, avrei faticato meno, ma avrei camminato senza sorriso". "In tanti mi avete espresso dubbi e perplessità, tanti altri apprezzamenti - aggiunge - Ascolto tutti, ma ho fatto una scelta anche questa volta dettata dal cuore e per le mie idee. Nessun calcolo, nessuna comodità, sto facendo solo quello che sento di fare. Troverò il modo di spiegare più avanti le ragioni politiche della mia scelta con maggiori approfondimenti, sono momenti frenetici, intanto ai miei amici, a chi mi vuole bene, a chi sa quanto odi ipocrisie e falsità, basta sapere che così sono felice".

Anche Mattia Mor, Francesco Bonifazi, ex tesoriere del Pd, sarebbero in partenza. Così come Lucia Annibali.

I 'renziani moderati' di Base riformista, la componente Lotti-Guerini, restano invece nel Pd. Alessia Morani e Simona Malpezzi, lasciando palazzo Chigi dopo il giuramento da sottosegretari, sembrano confermarlo. "Faccio un appello all'unità, io mi auguro che nessuno faccia una scelta incomprensibile per gli elettori", dice Morani e Malpezzi: "Il Pd è una casa plurale dove c'è spazio per tutti".

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