"Più andiamo avanti e più è evidente che i leader del fronte del No usano l'appuntamento del 4 dicembre per tentare la spallata al governo". Lo scrive Matteo Renzi nella sua enews.
"Vogliono tornare loro a guidare il Paese e si rendono conto che questa è l'ultima chance - prosegue il premier - Ecco perché da Berlusconi a D'Alema, da Monti a De Mita, da Dini a Cirino Pomicino fino a Brunetta Grillo e Gasparri stanno tutti insieme in un fronte unico. Provate a chiedere loro su cosa andrebbero d'accordo: su nulla, probabilmente. Solo sul dire no".
Renzi sottolinea: "Ma l'Italia non si cambia con i no. L'Italia non va avanti seguendo chi sa solo criticare gli altri senza proporre un'alternativa".
"Ogni giorno di più - scrive Renzi - il referendum diventa un derby tra futuro e passato, tra speranza e nostalgia, tra chi vuole cambiare e chi preferisce non cambiare nulla".
"Stavolta possiamo davvero liberarci della maledizione del Gattopardo. Ma perché ciò accada è fondamentale che tante persone si mettano in gioco - prosegue il premier - Chi può darci una mano creando un comitato, lasciando un contributo economico anche piccolo, iscrivendosi al gruppo dei volontari digitali o organizzando qualche iniziativa in casa con gli amici lo faccia accedendo al sito www.bastaunsi.it".
Il premier parla anche della Leopolda: "Credetemi: raramente ho visto una Leopolda così carica di proposte e idee. Altro che polemiche".
"Da sette anni la Leopolda è un luogo nel quale professionisti della politica e cittadini che vivono la quotidianità si confrontano in modo serrato, positivo, puntiglioso sulle sfide dell'Italia - spiega Renzi - Dalla Leopolda è nata un'esperienza incredibile in questi sette anni: persone prive dei quarti di nobiltà politica tradizionali hanno, semplicemente, iniziato a cambiare l'Italia. E per me fare politica significa soprattutto questo: cambiare la vita delle persone, offrendo una chance a chi ha voglia di provarci e una mano a chi non ce la fa".
Il premier parla anche degli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine a margine della Leopolda: "Dicono volessero difendere la Costituzione: io non credo che serva spaccare un cartello stradale sulla testa di un poliziotto per difendere la Costituzione. Dicono volessero raggiungere la Leopolda: peccato che armati di sassi e cappucci stessero prendendo via Cavour che è la strada che porta al Duomo, al centro. Volevano sfasciare Firenze altro che raggiungere la Leopolda. Solidarietà totale alle forze dell'ordine che lo hanno impedito".