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Lavoro: Renzi, pronto a incontrare Cgil-Cisl-Uil

29 settembre 2014 | 18.58
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L'annuncio del premier aprendo la direzione del Pd.

Lavoro: Renzi, pronto a incontrare Cgil-Cisl-Uil

"Sono disponibile a riaprire la Sala Verde a palazzo Chigi. Anche domani mattina. No, domani mattina c'è la segreteria. La prossima settimana". Lo ha detto il premier, Matteo Renzi, spiegando di essere disponibile a incontrare Cgil, Cisl e Uil. "Li sfido su tre punti: una legge della rappresentanza sindacale, salario minimo, il collegamento con la contrattazione di secondo livello", ha precisato. Aprendo la direzione del Pd, il premier ha detto che si deve "votare con chiarezza al termine del dibattito un documento che segni il cammino del Pd sui temi del lavoro e sull'occupazione e ci consenta di superare alcuni tabù che ci caratterizzi con chiarezza". Per Renzi, "le mediazioni vanno bene, il compromesso va bene, ma non si fanno a tutti i costi i compromessi". E Renzi ha rimarcato "Non siamo un club di filosofi ma un partito politico che decide, certo discute e si divide ma all'esterno è tutto insieme. Questa è per me la ditta". E ha aggiunto: "Chi non la pensa come la segreteria non è un Flintstones e chi la pensa come la segreteria non è Margareth Thatcher. Sono due posizioni che meritano rispetto, che si confrontano con un voto e nel lavoro parlamentare".

"Interveniamo sul lavoro per dignità, perchè siamo passati dal 7 al 13% di disoccupazione e senza un intervento sulle regole del mercato del lavoro non si va da nessuna parte: a chi dice che togliendo l'articolo 18 togliamo un diritto costituzionale rispondo che il diritto costituzionale sta nel fatto di avere un lavoro", ha quindi proseguito. "Ci siamo fermati in questi anni davanti all'impressione di un totem, di un tabù", ha detto sottolineando che questo tabù che ha portato l'Italia ad essere "non una Repubblica fondata sul lavoro ma sulle rendite di posizione". "Il lavoro non si crea difendendo regole di 44 anni fa, ma innovando. Dobbiamo avere il coraggio di andare all'attacco", ha avvertito aggiungendo: "Se vogliamo dare tutela al lavoro lo facciamo non difendendo una battaglia che non ha più ragione di essere, ma intervenendo su una rete di ammortizzatori sociali piu' estesa".

"L'attuale sistema del reintegro va superato dando una giustificazione da sinistra, lasciandolo per il discriminatorio e per il disciplinare", ha sostenuto. "Dobbiamo mettere in stabilità alcune cifre" per la riforma del lavoro e "sono disponibilissimo a ragionare sulla stabilità", ha ammesso. Poi, ha parlato del "Tfr in busta paga dal 1° gennaio 2015 a condizione che si creino le risorse di liquidità attraverso un protocollo tra Abi, Confindustria e governo per consentire alle imprese di avere quella liquidità".

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