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Renzi: "Riforme per sfidare i tabù" Via libera a D'Alema in Europa

18 marzo 2014 | 21.29
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Renzi:

Una sintonia. Di più, un vero e proprio feeling. Che i rapporti tra Matteo Renzi e Massimo D'Alema fossero migliorati, già da un po', si sapeva. Oggi alla presentazione del libro di D'Alema ('Non solo euro') con il presidente del Consiglio, sotto gli occhi di Walter Veltroni seduto in prima fila, è arrivata la conferma.In arrivo una candidatura per l'ex-premier alle europee? Renzi non si sbilancia. "La discussione sulle candidature la faremo dentro gli organi del Pd e sceglieremo i migliori". Ma tra i dem è forte il tam tam su un ruolo in Europa in arrivo per D'Alema. Magari in commissione, magari come ministro degli Esteri Ue, incarico già 'soffiato' all'ex-premier dalla britannica Catherine Ashton.

Questioni da definire. Intanto, di certo, c'è che Renzi non parteciperà. "Il presidente del Consiglio non si candida", risponde laconico. Ma il suo apporto per le europee lo darà, da premier, a palazzo Chigi. Come? Puntando alle riforme, economiche e istituzionali. Puntando alla politica con cui battere l'antipolitica degli euroscettici e del grillismo. Dobbiamo fare le riforme, dice, "mettendo in discussione dei tabù" che per anni non sono stati toccati.

"O quella europea e' una sfida politica o noi perdiamo questo appuntamento. C'e' uno spread non solo finanziario tra le aspettative dei cittadini e il rapporto con l'Europa, c'e' uno scollegamento terribile tra cio' che i cittadini si aspettano dall'Europa e quello che l'Europa mette in campo. Basta vedere i sondaggi devastanti sulla fiducia nell'Ue". Questa la premessa con cui Renzi inquadra il cammino che attende governo e Pd verso le europee del 25 maggio.Un cammino che guarda sia all'Europa, da riformare. Sia l'Italia, da riformare anche di più. Ed è questa seconda sfida quella che se sarà vinta, spiega Renzi, potrà fare del nostro Paese un protagonista del cambiamento in Ue. Quindi, riforme economiche ma anche istituzionali."La Merkel era piu' interessata alle nostre riforme istituzionali che a quelle economiche. Fuori da noi l'impressione che noi diamo e' quella di un Paese irriformabile", avverte il premier. Quindi, incalza, dobbiamo fare le riforme "mettendo in discussione dei tabù" che per anni non sono stati toccati, "a partire dal bicameralismo perfetto, l'eccesso dei livelli istituzionali con le province, e la semplificazione del ceto politico che in questi anni e' sembrato chiedere ai cittadini di rischiare ma senza mai rischiare" in prima persona.

Se l'Italia arriverà all'appuntamento del 25 maggio avendo incardinato riforme economiche e istituzionali allora potrà giocare le sue carte in Europa. E per riuscirci, Renzi chiede di essere 'ambiziosi'. "Noi non siamo l'ultima ruota del carro. Anni di dichiarazioni per cui noi dovevamo stare attenti a non fare la fine della Grecia hanno raggrinzito le nostre ambizioni e hanno costretto l'Italia a un ruolo che non gli appartiene". "L'Italia deve uscire dalla sudditanza psicologica per cui si va in Europa per farci fare gli esami: gli esami ce li fanno i cittadini italiani, non le grandi istituzioni europee", sottolinea il presidente del Consiglio. "Prima il Pd e la politica tutta si rendono conto che dobbiamo avere responsabilita' verso i nostri cittadini che ci chiedono di fare le cose, prima smetteremo di avere un attegiamento provinciale in Europa per cui gli altri ci fanno gli esami. Ma perche' l'Italia cambi l'Europa c'e' bisogno che si cambi noi stessi", scandisce Renzi.Una consapevolezza che deve avere per primo il Parlamento. "Chi oggi siede in Parlamento deve avere la consapevolezza che questa e' l'ultima occasione per chiudere il ventennio" passato. Un ventennio in cui "la classe dirigente del centrosinistra" anche per le sue "divisioni interne", "ha fallito il colpo" sulle riforme istituzionali. "Se ora tutti insieme riusciamo a fare riforme che sono attese da vent'anni si possono creare le condizioni per una straordinaria scommessa politica".

Le riforme possono essere la chiave non solo per avere voce in Europa ma anche per vincere in casa. La politica contro l'antipolitica di Grillo. Renzi dice non essere preoccupato dal leader M5S. "Io non mi preoccupo di Grillo. Del resto, per la prima volta da qualche mese, Grillo non attacca ma e' costretto a giocare in difesa. Perchè siamo noi ora a dare le carte. E questo e' un fatto politico oggettivo".Quindi avanti nel percorso delle rifome. "Stiamo attendendo indicazioni dai soggetti istituzionali: giovedi' prima del Consiglio europeo vedo i presidenti di Regioni e una delegazione dei sindaci -dice Renzi sulla riforma del Senato-. Aspettiamo le indicazioni dei singoli partiti, poi la settimana prossima convochiamo la Direzione del partito e le assembleee di deputati e senatori e poi noi ci siamo", ha aggiunto il premier mantenendo l'indicazione del 25 maggio per la prima lettura della riforma: "L'attenzione perche' il Senato discuta e' netta".Uno scenario sul quale c'è una notevole condivisione da parte di D'Alema. Qua e là non manca qualche punzecchiatura. Vedi le riforme del lavoro e istituzionale sulle quali, secondo Renzi, "la classe dirigente del centrosinistra ha fallito il colpo".

Ma tra i due c'è sintonia. E D'Alema, dopo aver regalato a Renzi la maglia di Francesco Totti, lo dice così: "Per chi pensa al pregresso vorrei dire che questo non e' un dibattito, siamo d'accordo pressoche' su tutto. Facciamo parte della stessa squadra, non del Pse ma di una visione fortemente condivisa che parte da un grande amore verso l'Europa".

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