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Requiem ai defunti, le ipotesi allo studio dei Vescovi per funerali sicuri

29 aprile 2020 | 16.56
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Il liturgista: "La cerimonia funebre anche senza comunione o messa con ‘ostia in sicurezza’"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Elena Davolio

Da lunedì, con la fase due dell’emergenza coronavirus, sarà possibile tornare a dare l’estremo saluto ai propri defunti. I Vescovi in questi giorni sono al lavoro per individuare le possibili soluzioni affinché il funerale avvenga nella massima sicurezza. Uno degli scogli da superare, e che riguarderà anche le altre celebrazioni religiose, sarà quello della comunione, cuore della celebrazione liturgica. Una delle possibili soluzioni per evitare il contatto nel prendere l’ostia, riferendosi ai funerali (procedura valida anche per battesimi e matrimoni) è limitarsi alla liturgia della parola.

"Per i funerali - spiega all’Adnkronos monsignor Claudio Magnoli, il liturgista nominato dal Papa consultore della Congregazione per il Culto Divino - la celebrazione può avvenire con la messa o con la liturgia della parola. Quest’ultima non prevede la comunione ai fedeli e solitamente viene scelta da coloro che sono abbastanza lontani dalla realtà di fede. Personalmente non mi sentirei di dare questa indicazione ma fino a prova contraria i funerali, ai tempi della pandemia, credo saranno solo liturgia della parola".

Il Dpcm del governo contempla la presenza al massimo di quindici persone ai funerali. "Di fronte ad un numero così esiguo di persone - osserva il liturgista pensando all’eventualità di una messa - si possono trovare modalità semplici: per dire, si prepara un numero di piattini e si mette sopra la comunione e ognuno vi si accosta individualmente". Superabile anche il discorso del corteo funebre che può essere a discrezione dell’ordinario del posto o evitabile come accade ad esempio a Monza, particolarmente colpita dal Covid-19.

Il liturgista Magnoli ipotizza anche la ‘consegna’ dell’ostia direttamente nelle mani del fedele tramite una pinzetta o paletta che la fa cadere direttamente nelle sue mani senza toccare nulla. Per diluire le presenze dei fedeli la domenica, si potrebbero celebrare più messe durante la settimana. " Il precetto - ricorda mons. Claudio Magnoli - riguarda la domenica, che secondo la tradizione ebraica ha inizio dal tramonto del sole il sabato. Partecipare alla messa feriale non assolve il precetto ma è un atto che mantiene in esercizio la fede".

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