"Aperture sono rischi calcolati e responsabilità politica, ma virus c'è e continua mutare"
Le riaperture annunciate dal Governo, insieme al coprifuoco spostato da subito alle 23 e il ritorno della zona bianca, "sono dei rischi calcolati" e rappresentano "naturalmente una responsabilità politica". Ma "dal punto di vista scientifico, sarei un po' meno entusiasta e un po' meno tendente a considerare che tutto sta andando bene". Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, intervenuto ad 'Agorà' su Rai3 invita a ricordare che "il pericolo non è passato", che la guerra contro Covid-19 non può ancora considerarsi vinta.
"Non dimentichiamoci che questo virus", circolando ancora, "continua a mutare e la mutazione può comportare la presenza di varianti che sono insensibili ai vaccini disponibili", ricorda il farmacologo. "Bisogna stare molto attenti - ammonisce - bisogna raccomandare a tutti coloro che si vogliono muovere di mantenere la mascherina, di non fare assembramenti e stare ancora molto attenti".
Garattini esorta quindi a concentrarsi sulla campagna di immunizzazione contro Covid-19, perché "non dimentichiamoci che dobbiamo vaccinare ancora 31 milioni di italiani". "Vedo in giro un eccesso di ottimismo e non è ragionevole, perché siamo ancora molto indietro con le vaccinazioni. Ci sono ancora 2 milioni di anziani da vaccinare, cerchiamo di accelerare", dice.
Se è vero che siamo arrivati al 30% circa della popolazione che ha ricevuto una dose di vaccino, "bisogna che sia vaccinato almeno il 50% per cominciare a vedere un rallentamento della circolazione del virus - precisa lo scienziato - Il virus continua a circolare, non dimentichiamolo. Le vaccinazioni sono ancora molto indietro - insiste Garattini - e non siamo ancora nelle condizioni di poter garantire che ci saranno tutte le dosi disponibili".