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Ricciardi: "Piano per Paese immune, prima medici e anziani"

14 giugno 2020 | 09.36
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Il consulente del ministero della Salute traccia la strategia per immunizzare il paese dopo l'annuncio dell'accordo con AstraZeneca per la produzione dl vaccino. Quanto all'ipotesi di una seconda ondata, sottolinea: "Bisogna evitarla e non credo arrivi

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"I primi a ricevere il vaccino saranno i lavoratori della sanità. E poi le persone a rischio, per età o perché colpite da certe patologie, e le forze dell'ordine". Lo afferma il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi che in una intervista a Repubblica traccia la strategia per immunizzare il paese dopo l'annuncio dell'accordo con AstraZeneca per la produzione dl vaccino.

Il vaccino di AstraZeneca, spiega Ricciardi, è quello "in fase di sperimentazione più avanzata, cioè nella 2. Lo stanno provando su 10mila volontari. Rispetto agli altri gruppi che lavorano sullo stesso obiettivo hanno almeno sei mesi di vantaggio". Quanto ai tempi sottolinea: "Anche se in questo momento nessuno può dire al 100 per cento che arriveranno in fondo, se lo faranno potremo avere le prime dosi alla fine di quest'anno".

Nel piano per immunizzare il paese, spiega Ricciardi, prima toccherà "al personale sanitario, alle categorie a rischio, per età o patologie, e a militari e forze dell'ordine. Poi piano piano toccherà agli altri. Andranno organizzati servizi sanitari, centri vaccinali e medici di famiglia, per coprire più rapidamente possibile la popolazione".

Soffermandosi sull'accordo con Germania, Francia e Olanda per produrre il vaccino sottolinea: "Ormai altri, come Gran Bretagna, Usa e India, oltre al consorzio mondiale che dovrebbe dare il vaccino ai Paesi più poveri, lo avevano opzionato. Noi rischiavamo di restare indietro". Italia, Germania, Francia e Olanda, rileva, hanno "tutti capacità produttiva di vaccini, cosa che non si improvvisa. AstraZeneca deve poter usare gli stabilimenti messi a disposizione, sulla base di accordi, dai produttori dei vari Paesi. Noi produrremo in Italia, aggirando così il rischio che altri Stati dove si preparano i vaccini ci lascino indietro. La forza trainante del gruppo sono Italia e Germania, grazie agli ottimi rapporti tra il ministro Speranza e il collega Spahn".

"Con questa operazione -sottolinea ancora Ricciardi- partecipiamo alle spese per l'investimento sulla ricerca e a quelle per la produzione delle dosi. Alla fine otterremo il vaccino al prezzo di costo. L'azienda non farà profitto". Qualora la ricerca di AstraZeneca dovesse fallire "si perderà un investimento in cui il pubblico e il privato hanno condiviso il rischio. Punteremo sugli altri vaccini, come quelli su cui la Ue sta per investire 2 miliardi del fondo Esi. Per questo abbiamo più candidati".

Infine quanto all'ipotesi di una seconda ondata Ricciardi sottolinea: "Bisogna evitarla e non credo arrivi. Magari avremo tante piccole ondine. Basta guardare ai focolai di questi giorni, come quello di Roma. Se la gente si comporterà bene, se i sistemi sanitari faranno tamponi, eviteremo che le ondine diventino ondate".

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