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Ricerca: amniocentesi addio con tecnica made in Italy, studio a Singapore (2)

14 marzo 2014 | 12.03
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(Adnkronos Salute) - E se nei palazzi di cristallo e cemento di Biopolis la ricerca corre, Castagnoli pensa - una volta formalizzata l'intesa - di avviare rapidamente il progetto: "Già entro 6 mesi, quindi a settembre, speriamo di aver messo in luce il marker che ci serve. Noi - confida - siamo ottimisti: gli italiani hanno la creatività nei geni, e in questo campo, come nella Formula Uno, conta arrivare primi". "Credo nel made in Italy anche nel settore della ricerca biomedica. Qui a Singapore abbiamo già un drappello di studiosi italiani, ma cerchiamo sempre nuovi talenti: invito gli scienziati del vostro Paese a lavorare con noi", commenta Lim Chuan Poh, presidente di A*Star, salutando con soddisfazione l'iniziativa. In futuro, dunque, Menarini punta a commercializzare kit di biomarker da impiegare con la Deparray.

"Le opportunità sono numerose: non solo le patologie fetali, ma anche i tumori, le malattie infiammatorie e quelle autoimmuni offrono un campo di utilizzo di questa tecnologia. Penso che tra 5 anni modificherà la clinica, sono pronta a scommetterci", afferma l'immunologa. In futuro, dunque, basterà un normale prelievo di sangue, circa 7 ml, per avere un quadro della salute del bebè ancora nel pancione. "Con la nuova tecnologia isoleremo cellule fetali nel sangue circolante di mamme che aspettano un bambino, per una diagnostica molecolare che può visualizzare 85 malattie genetiche senza un approccio invasivo. Nella biologia si sta aprendo un nuovo scenario, quello dello studio di singole cellule, e questo - scommette la studiosa - rivoluzionerà la diagnostica".

La macchina "potrà rivelarsi utile anche per monitorare l'efficacia dei farmaci e l'evoluzione di numerose patologie", prosegue Castagnoli. Il Deparray "costa circa 350.000 euro e al momento nel mondo è presente una trentina centri, di cui 7 in Italia: al Cibio di Trento (dove si studiano cellule staminali), all'Irst di Meldola (Fc, sui tumori), all'Istituto Mendel di Roma (per la diagnosi prenatale), all'Università di Firenze, all'Università di Udine, all'Università di Catanzaro, all'Università di Urbino (tutte concentrate sui tumori), e si sta concludendo l'intesa con un centro a Milano", ha sottolineato Giuseppe Giorgini, presidente e amministratore delegato di Silicon Biosystems. (segue)

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