Roma, 15 mag. (Adnkronos Salute) - Cambiamenti lampo che sfuggono alla percezione. Chi si è accorto che la maglietta di Harry Potter nel film 'L'Ordine della Fenice' cambiava da girocollo a scollatura in una frazione di secondo? E chi ha notato che il croissant di Julia Roberts si trasforma in una frittella nel film 'Pretty Woman'? Nessun allarme se tutto ciò risulta nuovo: un gruppo di ricercatori dell'Università di Firenze e dell'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Pisa ha scoperto i meccanismi cerebrali che ci rendono 'ciechi' a piccoli e rapidi cambiamenti, nei film così come nella vita reale.
Lo studio - pubblicato su 'Proceedings of the National Academy of Science', Pnas - suggerisce che il nostro sistema visivo unisce costantemente le informazioni presenti con quelle del passato immediato ed è così che un cambiamento repentino passa inosservato. "Questi meccanismi servono ad armonizzare la percezione del mondo che altrimenti sarebbe fortemente discontinua", dice David Burr, professore della Facoltà di psicologia all'Università di Firenze e coautore dello studio. "A differenza dei film, l'ambiente che ci circonda è sostanzialmente stabile, con pochi cambiamenti improvvisi. Il cervello sembra aver imparato che le cose non cambiano improvvisamente e, se un'informazione attuale non è completamente affidabile, ci si può basare su quello che si è visto prima".
"La ragione che sottende questo comportamento, prosegue il coautore Marco Cicchini dell'In-Cnr, è che gli apparati sensoriali non sono perfetti bensì contengono, come tutti i sistemi di comunicazione, fluttazioni casuali e 'rumore di fondo'. Queste fluttuazioni, se registrate, potrebbero essere interpretate come veri e propri cambiamenti nel mondo esterno. Per questo motivo il sistema visivo cerca continuamente di mettere insieme gli stimoli che sono simili tra di loro e di costruirne una sorta di media". Secondo lo studio, il sistema sacrifica l'accuratezza della singola informazione sull'altare della continuità e della stabilità della percezione. (segue)