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Ricerca: cuore stressato, terapia genica italiana contro morte improvvisa

03 giugno 2014 | 14.07
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Milano, 3 giu. (Adnkronos Salute) - Una 'bomba a orologeria' nel cuore, che passa inosservata ma può uccidere all'improvviso per uno stress o un'emozione forte. E' il destino di bimbi e adulti portatori di una malattia rara, la Tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica (Cpvt). Dietro questa sindrome si nasconde un gene mutato. Oggi lo stesso team italiano che lo ha scoperto raccoglie i frutti del suo lavoro di ricerca per una terapia genica: gli scienziati della Fondazione Maugeri di Pavia, inserendo nelle cellule cardiache un virus, appositamente modificato e reso inoffensivo, contenente una copia sana del gene 'incriminato', sono riusciti a curare la forma recessiva della malattia non solo nei topi neonati, ma anche in quelli adulti che già hanno manifestato i sintomi della malattia.

I risultati sono stati pubblicati ieri sera online sulla rivista 'Circulation' e aprono a futuri studi clinici che permetteranno di trasferire nel più breve tempo possibile questi risultati sull'uomo, spiegano gli esperti. I ricercatori della Cardiologia molecolare dell'Irccs pavese avevano identificato nel 2000 il gene calsequestrina (CASQ2) come primo responsabile della sindrome allora poco conosciuta, capace di causare morte improvvisa. I pazienti affetti da questa malattia rara, genetica ed ereditaria, presentano un elettrocardiogramma normale e nessuna anomalia strutturale a livello cardiaco. Una normalità apparente che può essere sconvolta all'improvviso. E pur disponendo di diversi farmaci, spesso non sono sufficienti a proteggerli dall'arresto cardiaco. Così l'impianto di un defibrillatore, terapia non sempre percorribile nei bambini, può non essere in grado di impedire lo scatenarsi delle aritmie fatali.

Il team italiano ha iniziato studiando i modelli murini affetti dalla malattia. I pazienti con mutazioni sul gene nel mirino presentano una perdita della proteina cardiaca calsequestrina e, spiegano gli scienziati, è necessario intervenire in modo da aumentare i livelli di questa proteina nel cuore. "Per farlo abbiamo inserito nelle cellule cardiache un virus, modificato e reso inoffensivo, contenente una copia sana del gene CASQ2 - spiega Silvia Priori, direttore scientifico della Fondazione Maugeri, responsabile dell'Unità di Cardiologia molecolare dell'Istituto di Pavia - Questo virus si è rivelato in grado di raggiungere le cellule cardiache e, una volta raggiunte, di ripristinare i livelli normali della calsequestrina, la proteina mancante, preservando la normale struttura del cuore". (segue)

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