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Ricerca: l’energia che imita le stelle, l’impegno e la roadmap di Eni

18 ottobre 2022 | 09.52
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A team of engineers and scientists from CFS and MIT’s PSFC lower the superconductingmagnet into the test stand in which the magnet was cooled and powered to produce a magnetic field of 20 tesla - Credit: Gretchen Ertl, CFS/MIT-PSFC, 2021
A team of engineers and scientists from CFS and MIT’s PSFC lower the superconductingmagnet into the test stand in which the magnet was cooled and powered to produce a magnetic field of 20 tesla - Credit: Gretchen Ertl, CFS/MIT-PSFC, 2021

Una fonte di energia sicura, sostenibile e virtualmente inesauribile: è la fusione a confinamento magnetico, ovvero la fusione di due atomi leggeri che unendosi emettono energia. Un meccanismo che imita ciò che tiene in vita le stelle e che potrebbe garantire una svolta nel percorso verso la decarbonizzazione. In questa direzione si muovono diversi progetti di ricerca che coinvolgono le eccellenze mondiali del settore con un unico obiettivo: realizzare la prima centrale a fusione in grado di immettere in rete energia elettrica con un processo a zero emissioni di gas a effetto serra (AUDIO).

Una sfida globale che vede impegnata anche Eni in una roadmap già delineata. Eni supporta, infatti, CFS - Commonwealth Fusion Systems, società spin-out del Massachusetts Institute of Technology (MIT), nella realizzazione di un primo pilota di reattore a energia da fusione (SPARC), e successivamente della prima centrale commerciale (ARC) in grado di immettere tale energia nella rete elettrica. La tabella di marcia di CFS prevede il completamento e la verifica del funzionamento di SPARC entro il 2025 e l’avvio di ARC entro i primi anni del 2030.

Insieme ad ENEA e ad alcune delle più importanti realtà scientifiche italiane, Eni contribuirà poi alla realizzazione di un grande polo scientifico-tecnologico sulla fusione che verrà realizzato nel Centro Ricerche ENEA di Frascati (Roma) dalla società DTT Scarl. Il progetto DTT (Divertor Tokamak Test) nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcuni aspetti del processo di fusione, come ad esempio la gestione di temperature elevatissime e i materiali da utilizzare nel processo. Si propone inoltre come supporto e infrastruttura di test per le più avanzate soluzioni tecnologiche che verranno messe in atto nei grandi progetti internazionali sulla fusione.

Eni inoltre collabora con il CNR, Centro Nazionale delle Ricerche, con il quale ha creato il centro congiunto “Ettore Maiorana”, a Gela, per lo sviluppo di competenze e know-how tecnologico, di tecniche innovative e di metodologie di validazione nell’ambito della fusione magnetica.

Non solo. Oltre a collaborare con importanti enti di ricerca, Eni ha messo a disposizione dei ricercatori il proprio Green Data Center che, con la sua grande potenza di calcolo, permette di applicare modelli matematici molto complessi alla ricerca sulla fusione a confinamento magnetico.

Leggi gli altri articoli di Agenda 2030 la strategia di Eni

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