(Adnkronos Salute) - "La causa dell'effetto benefico è legata alla protezione delle beta cellule endocrine, difese dall'attacco autoimmunitario che è il segno distintivo della malattia di tipo 1", spiega Ridgway. Ma c'è un aspetto fondamentale: occorre intervenire alla prima manifestazione della malattia per ottenere il risultato, almeno negli animali da laboratorio. Questo si traduce in una finestra di intervento piuttosto piccola.
A rendere interessante la ricerca è anche il fatto che "la stessa rete molecolare del Tlr4 opera negli esseri umani, in un modo molto simile. Anche se esistono delle differenze è possibile che questo nuovo approccio per intervenire sul sistema immunitario venga testato sull'uomo", conclude Ridgway, evidenziando comunque la necessità di condurre ulteriori studi su questa potenziale arma anti-diabete.