(Adnkronos Salute) - "Il processo di perdita di coscienza del sé – spiegano Maravita e Romano, rispettivamente professore associato di Psicobiologia e dottore di ricerca nel Dipartimento di psicologia della Bicocca - è talmente profondo che non si riescono neppure a percepire le minacce e non si attiva nessuna reazione di difesa, nemmeno riflessa. Il disordine della coscienza indotto dalla lesione è tale che si arriva a un rifiuto incontrovertibile del proprio arto. Stiamo parlando di pazienti che non hanno alcun tipo di disturbo psichico e che sono in grado di intendere e volere", precisano gli autori.
"Eppure, anche se talora sono addirittura imbarazzati perché comprendono la stranezza di quanto affermano, continuano a sostenere che il braccio è di un'altra persona anche se attaccato al loro corpo".