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Ricerca: sbadiglio contagioso resta un 'giallo', l'empatia non c'entra (2)

14 marzo 2014 | 14.31
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(Adnkronos Salute) - I 328 partecipanti allo studio hanno completato test cognitivi e indagini demografiche, e hanno compilato un questionario che includeva valutazioni di empatia, livelli di energia, sonno. Quindi hanno guardato un video di 3 minuti in cui venivano mostrate persone che sbadigliavano, registrando il numero di sbadigli che facevano durante il filmato. E' risultato che 222 volontari avevano sbadigliato almeno una volta, e che all'interno del campione la predisposizione al 'contagio' era molto variabile: si andava da zero sbadigli a un massimo di 15.

Tuttavia, contrariamente a quanto suggerito da studi precedenti, gli scienziati della Duke University non hanno riscontrato un forte legame tra vulnerabilità allo sbadiglio 'fotocopia' e fattori quali empatia, intelligenza o momento del giorno. L'associazione più significativa era quella con l'età del volontario (più anni, meno sbadigli contagiosi), ma anche questo fattore era in grado di spiegare solo '8% della variabilità del fenomeno. Il sospetto, dunque, è che il segreto sia scritto nel Dna. Il team Usa ha deciso di verificare l'ipotesi che possa esistere un gene dello sbadiglio per imitazione, e assicura che la scoperta potrebbe avere ricadute sullo studio di malattie come la schizofrenia e l'autismo.

"E' possibile che, se trovassimo una variante genetica che rende le persone meno predisposte al contagio dello sbadiglio - spiega Cirulli - scopriremmo che una o più varianti dello stesso gene sono associate anche a queste due malattie". Condizioni che, emerge dagli studi, sembrano 'proteggere' dallo sbadiglio fatto per imitazione".

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