(Adnkronos Salute) - Se l'obiettivo dichiarato di Biopolis è quello di "attirare talenti a livello locale ma anche internazionale, e riportare in patria giovani cervelli formatisi all'estero", spiega Ning, la città delle scienze della vita è stata la 'culla' di 20 start-up, al ritmo di 5-6 l'anno, e ha prodotto 620 brevetti in 10 anni. Oltre a un focus sulle malattie e i fenotipi asiatici, nei laboratori avveniristici, collegati fra loro da ponti di cristallo, si cercano biomarker tumorali, si fanno studi di farmacogenomica e immunoterapia, ma anche nutrizione, cosmesi e salute digitale. "Nei prossimi anni ci occuperemo di invecchiamento e biologia sintetica, ma anche di medicina personalizzata", spiega l'esperto di A*Star.
Nella città della ricerca si parla anche italiano: la scienziata di Singapore Chit Fang Cheok sta portando avanti uno studio sul cancro e il metabolismo nel suo laboratorio co-finanziato dall'Ifom di Milano, dove ha studiato, con ricerche su linee cellulari e modelli animali di malattia. Mentre l'immunologa Paola Castagnoli dirige il Sign (Singapore Immunology Network) e può contare su un gruppo di 27 ricercatori esperti da 12 Paesi, impegnati in progetti su infezioni, infiammazioni e immunoregolazione.