(Adnkronos Salute) - Lo 'scheletro' così prodotto è stato poi popolato con cellule del midollo. Cellule che hanno una bassa immunogenicità, cosa che riduce al minimo il rischio di reazione immunitaria e di rigetto del trapianto. Eliminando anche la necessità di farmaci immunosoppressivi. Le cellule si sono attaccate all'impalcatura biologica e hanno iniziato a mostrare caratteristiche organo-specifiche entro tre settimane, spiegano gli autori.
I tessuti coltivati sono stati usati per sostituire segmenti dell'esofago nei ratti. Tutti gli animali sono sopravvissuti, e dopo due settimane i ricercatori hanno trovato nell'organo rigenerato epitelio, cellule muscolari, vasi sanguigni e nervi. "Crediamo che questi risultati molto promettenti rappresentino importanti progressi verso il passaggio nella pratica clinica dell'esofago ingegnerizzato", confida Paolo Macchiarini, direttore del centro avanzato per la medicina rigenerativa traslazionale (Actrem) presso il Karolinska Institutet.
L'ingegneria tessutale potrebbe migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita di centinaia di migliaia di pazienti con diagnosi di disturbi all'esofago come cancro, anomalie congenite o traumi. Oggi, infatti, parti di intestino o stomaco dei pazienti vengono utilizzati per sostituzioni esofagee, ma raramente si ottiene un risultato soddisfacente. L'esofago 'coltivato' in laboratorio potrebbe rivoluzionare la vita di questi pazienti.
